Al convegno del Nuovo Centro Destra che si è tenuto a Catania, il leader Angelino Alfano ha contestato animosamente la proposta di Rosario Crocetta, Presidente della regione Sicilia, di estendere la concessione del mutuo per l'acquisto prima casa anche alle coppie gay.

Alfano contro i diritti dei gay

Il leader di Nuovo Centrodestra non smentisce la sua posizione, e quella del suo partito, sui diritti delle coppie gay. Già durante il Governo Letta aveva affermato con la stessa enfasi il suo fermo “no” all’ipotesi del matrimonio fra coppie omosessuali. All'epoca, addirittura, Alfano si era detto disponibile a lasciare il Governo se qualcuno avesse solo accennato alle unioni civili che, a parer suo, avrebbero aperto “aperto la strada alle nozze fra omosessuali”. Cosa per il leader inconcepibile e, soprattutto, improponibile.

Da allora le convinzioni del leader non sono cambiate. Secondo Alfano il mutuo alle coppie gay “non s’ha da dare”. E mentre nega questa ipotesi, ci tiene a sottolineare che non è omofobo e che ha molti amici gay ma “le risorse pubbliche non possono che essere destinate alle famiglie normali e ai giovani che cercano lavoro…”.

Difficile credere che il ministro non sia omofobo, ed è altrettanto improbabile che possa avere amici gay. E, quant’anche quest’ultima ipotesi fosse vera, da domani, probabilmente, il leader Alfano di amici poco “normali” non ne avrebbe più. 

La rivolta mediatica

Com'era prevedibile, tali esternazioni hanno scatenato una rivolta mediatica che ha letteralmente travolto Angelino Alfano. Il ministro degli interni nel tentativo di rimediare, ha finito per peggiorare le cose. Il nobile intento di Crocetta di considerare giustamente le coppie gay come parte integrante della società, si frantuma contro un muro di pregiudizi e di preoccupanti recrudescenze di un estremismo fuori luogo e tempo.

Non sono famiglie “normali”, dice il leader di NCD, volendo significare che, quelle gay, non sono nemmeno famiglie.  E questo concetto il ministro del nuovo governo Renzi ci tiene a spiegarlo bene: “Noi crediamo nella famiglia, la difenderemo e pensiamo che la famiglia sia quella composta da un uomo e da una donna che ambiscono ad avere figli”.

Poi fa qualche maldestro tentativo conciliatorio: “Siccome abbiamo grande rispetto per l'affettività, siamo pronti a intervenire con delle leggi che tutelino patrimonialmente le affettività di tutti…”. E subito dopo, pensando di essersi troppo esposto ritorna sui suoi passi riaffermando “…ma senza toccare la famiglia e, soprattutto, riconoscendo che la famiglia è quella del diritto nazionale". 

Ora si resta in attesa speranzosa che il Governo Renzi dica la sua. Per il momento, sulla vicenda grava ancora un silenzio fin troppo assordante.