Quando si accende unmutuo le prime due grandi decisioni da prendere sono relative ai tassi diinteresse (fisso o variabile) e alla durata. Quest’ultimo fattore ovviamentedipende anche dall’importo richiesto, ma non solo. Si tratta infatti di uncompromesso tra l’importo della rata e la durata del debito: il trucco sta nelfare incontrare le due esigenze a metà strada.

Nel mese di aprile 2014 sonocalate le richieste di mutui a 10 anni (-0,52%) e 20 anni (-0,20%) mentre ladiminuzione dei mutui a 30 anni è molto meno evidente (-0,06%) e quasi impercettibile.Ha fatto invece registrare un lieve rialzo il numero di mutui a 25 anni.

Itassi variabili medi mensili per mutui da 10 a 30 anni sono passati dal 2,54% a2,57% ma i contratti con durata più estesa, da 35 a 40 anni, hanno un tasso mediodel 2,72%. Resta il fatto che innegabilmente scegliere un contratto più lungopermette di “spalmare” il debito su più anni senza dover affrontare rate impegnative.

Ma d’altra parte si arriva ad un punto oltre il quale l’ulteriore estensionedel debito incide in maniera quasi irrilevante sull’importo della rata. Supponiamoad esempio che l’importo totale del mutuo ammonti a 100.000euro: se ci si impegna a restituirli in cinque anni (supponendo un interesse al5%) ogni rata sarà da 1887 euro mentre raddoppiando la durata del debito ognimese si pagheranno 1061 euro.

E’ chiaro che 826 euro in più al mese fanno ladifferenza per il debitore. Mettendo a confronto invece la differenza della ratatra lo stesso mutuo a venticinque (585 euro) e trenta anni (537 euro), loscarto è di soli 48 euro. Vale la pena indebitarsi per cinque anni in più?