Ha fatto discutere parecchio in questi giorni l'atto del Governo n. 256 che ha recepito la Direttiva Europea sui mutui. L'articolo 28 della Direttiva stabilisce che le parti del contratto possano convenire espressamente, al momento della stipula del contratto o successivamente, che in caso di inadempimento del consumatore, avvenga la restituzione o il trasferimento del bene immobile con il diritto per il consumatore di ottenere l'eccedenza scaturita dall'estinzione del debito. L'articolo 120-quinquesdecies del Testo Unico Bancario, che regolamenta i casi di inadempimento del consumatore, è stato il perno della polemica.

La legge prevede che nel caso in cui il soggetto debitore eviti di pagare 7 rate del mutuo, si applichi la possibilità per il finanziatore di chiedere la restituzione della casa affinchè venga venduta. La banca così potrebbe rientrare velocemente dal finanziamento concesso, con l'obbligo naturalmente di restituire al consumatore l'entrata supplementare derivata dalla messa in vendita sul mercato dell'immobile.

Le polemiche hanno portato finalmente alle modifiche del decreto, la casa sarà trasferita all'istituto di credito soltanto dopo 18 rate non pagate e col consenso del mutuatario. La modifica del decreto, spinta dalle associazioni di categoria, non avrà valore retroattivo e sarà valida solo per i contratti di mutuo siglati in data successiva all'applicazione della norma.

La maggioranza è pronta pertanto a proporre in Commissione Finanze, alla Camera e al Senato, le modifiche al testo del decreto. Dal momento del benestare del Governo si aprirà pertanto un nuovo scenario: il consumatore che si recherà in banca per la richiesta di un finanziamento immobiliare potrà trovarsi davanti lanuova clausola dei 18 mesi che sarà però facoltativa e non vincolante all'accettazione della richiesta di mutuo.

In caso di inadempimento del consumatore, la casa non passerà alla banca in modo automatico, ma solo dopo l'atto di disposizione dell'immobile fornito dal mutuatario. Inoltre, nel caso indicato, il perito per la valutazione della casa dovrà essere indipendente e nominato dal Tribunale e non dalle parti, mentre il cliente potrà avvalersi di un esperto di sua fiducia. In attesa del Governo, la polemica sembra attenuarsi soprattutto ora che il mercato della vendita degli immobili sembra rivedere la luce.