Era il 1787 quando il compositore austriaco Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Lorenzo Da Ponte, musicò uno dei capolavori del suo inestimabile repertorio musicale, Don Giovanni. L'opera riscosse un grande successo di pubblico a Praga, ma non fu allo stesso modo apprezzata dai viennesi, che vedevano nell'esito della trama, ovvero la morte di un nobile, il possibile rivoltarsi del popolo contro la nobiltà. Oggi Don Giovanni è considerata un'opera eccelsa, da riprendere e riconsiderare anche in chiave napoletana, così come ha ben pensato e opportunamente osato un'affermata autrice napoletana, Anna Maria Siena Chianese, e ieri presentato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, alla presenza del giornalista Ermanno Corsi ed altre personalità di spicco dell'entourage napoletano.

Il personaggio di Don Giovanni

L'eterno seduttore che impiega il suo tempo a conquistare donne, una spiccata personalità narcisistica dall'animo inquieto, capace di acquietarsi solo all'esito della sua seduzione. Don Giovanni è il celebre personaggio teatrale comparso per la prima volta nel 1631 in una commedia di Tirso Da Molina, e portato al successo di pubblico grazie all'opera di Mozart. Secondo la trama dell'opera, l'insaziabile seduttore avrebbe sedotto 640 donne in Italia, 231 in Alemagna, 100 in Francia, 91 in Turchia, e 1003 in Spagna, finendo di sovente per scontrarsi con i rispettivi mariti o parenti delle donne. Il librettista veneto Lorenzo Da Ponte ci tramanda che Don Giovanni, avendo intenzione di sedurre Donn Anna, promessa sposa di Ottavio, uccide a duello il padre della donna, il Commendatore, per finire trascinato da quest'ultimo all'inferno alla fine del racconto, quando in occasione della cena con "il convitato di pietra" verrà punito per la sua vita vissuta fuori ogni regola e legge.

Il Don Giovanni napoletano

L'idea partorita dall'affermata scrittrice napoletana è stata quella di riportare in auge l'opera mozartiana, ora rinnovata e ripensata in lingua napoletana. La novità, infatti, è che il genio di Mozart è stato sostituito dall'altrettanto eccelsa musica classica napoletana, mentre il libretto di Da Ponte, a detta del giornalista Ermanno Corsi "commerciale e poco originale", viene nell'opera della Siena Chianese tradotto in lingua napoletana, considerata da qualche tempo Patrimonio Immateriale dell'Umanità dell'Unesco.

A seguito alcune domande poste all'autrice all'evento tenutosi ieri, 11 ottobre 2017, alla Biblioteca Nazionale di Napoli:

Il suo Libro, attraverso la rielaborazione dell'illustre opera mozartiana in chiave napoletana, vuole ribadire ai lettori ed al popolo napoletano le sue ricchezze in musica, rappresentanti il vero prestigio della città. Cosa consiglia ai giovani affinchè la città di Napoli sia ricordata sempre meno come teatro di delinquenza?

Bisogna partire dall'insegnamento e tramandare ai giovani quella cultura fatta di piccole storie, di terre d'appartenenza con tradizioni, costumi, ricordi, riti, feste, della quale conoscenza i giovani ne hanno tutto il diritto.

Se il mito dice che Napoli è nata da una Sirena, come l'Odissea ce ne tramanda la leggenda divenuta storia e simbolo della città, il primo verso cantato è nato a Napoli, ed ancora nel 1200 sia nata la prima Università d'Europa grazie a Federico II, allora tutto questo ci fa capire quanto ricca e variegata sia la cultura di Napoli, e le canzoni che a questa cultura si esprimono. Urge un teatro, dove i concerti di canzoni napoletane vadano a comprendere anche la canzone classica napoletana di quell'epoca. va anche detto che l'ente pubblico è del tutto indifferente al problema, ma il discorso è troppo complesso per venir espresso in poche parole.

Pochi giorni fa, "Don Giovanni napoletano" ha ricevuto l'importante Premio Capri San Michele, consolidando la sua opera a scritto prezioso per l'impronta meritevole di impatto nazionale capace di avere e che ancora avrà.

Cosa ci dice a riguardo?

Il Premio Capri San Michele, del quale ringrazio gli organizzatori e la giuria, è certamente un valore aggiunto al mio Don Giovanni. La risonanza è ampia e oggi i libri hanno bisogno di essere conosciuti attraverso media di vasto raggio perché la vendita presso le librerie è sempre meno intensa. Ma anche questo è un argomento che merita un altro spazio.