Nel bel mezzo di una crisi economica, lavorativa ma anche culturale, che non dà tregua al nostro Paese, c'è un dato che va in controtendenza: il volume di affari del gioco d'azzardo è in continua crescita, sfiorando i 90 miliardi di euro all'anno.

Anche la dipendenza dal gioco d'azzardo però è un fenomeno in forte crescita. Si tratta di un'epidemia diffusa che tocca tutte le fasce d'età della popolazione, inclusi i minori che, sia on line che in bar e tabaccherie, trovano sempre più facile partecipare ai giochi d'azzardo. E' preoccupante il fatto che gli italiani continuano a sperperare grosse somme di denaro in lotterie, gratta e vinci, scommesse sportive, slot machine e casinò on line, mentre riducono i consumi alimentari e i risparmi.

Il gioco d'azzardo, purtroppo, sta rovinando la vita di molte persone, in particolare quelle più deboli, appartenenti ai ceti sociali, economici e culturali più bassi. Nella speranza di raggiungere il "colpo grosso" che cambi la loro precaria condizione economica, molte persone distruggono letteralmente la loro esistenza e quella delle loro famiglie, a causa della dipendenza creata dal gioco. E lo Stato che fa? Amplia la proposta di gioco, diversificando le tipologia di scommesse e ampliando gli spazi in cui è possibile giocare.

Lo Stato inoltre, avvalendosi dei media, degli spot televisivi e di spazi pubblicitari sulla carta stampata, continua a lanciare un messaggio, forte e allettante, che è quello di far credere che vincere al gioco è  molto facile e che grosse somme di denaro sono a portata di tutti.

Un messaggio chiaramente ingannevole, che ha il solo scopo di attirare quanti più creduloni possibili al gioco, anche se tutti gli spot riportano a margine la scritta "gioca responsabilmente" che sa tanto di "annega ma con cautela", giusto per citare qualche slogan che gira sui social network per evidenziare il comportamento stravagante dello Stato in materia di gioco d'azzardo.