La situazione dell'Ilva di Taranto preoccupa sempre di più e l'intervento del Segretario Generale della Fim-Cisl di Taranto, Mimmo Panarelli, ne è l'evidente dimostrazione.

Panarelli, come riportato nella nota che leggerete dopo questo breve incipit, parla di rispetto di AIA e di ambientalizzazione degli impianti inquinanti di Ilva.Da "buon" sindacalista il centro del suo lungo intervento è la continuità produttiva e, di riflesso, la continuità salariale.

Difficile dunque mettere al centro del dibattito la salute del territorio di Taranto e dei suoi cittadini.

Qualcuno però potrebbe dirci: "Ma se si applicano l'Autorizzazione Integrata Ambientale e i decreti diventati nel frattempo legge è normale che ci sarà anche la tutela della vita dei cittadini e dei lavoratori". A costoro rimando l'analisi dello studio "Sentieri" e di innumerevoli documenti che parlano di situazione tragica nel territorio tarantino.

Dal 2012, momento in cui Ilva è sotto controllo per disastro ambientale, poco si è fatto per migliorare gli impianti produttivi. Mancano i soldi per farlo. Forse l' "ambientalizzazione" effettivamente è un concetto utopico.



"Il cambio del commissario all'Ilva non può e non deve far pensare che è possibile rimettere in gioco il lavoro già realizzato da altri.

Mai come in questo momento Taranto e i suoi lavoratori hanno solo bisogno di certezze.

Non possiamo più attendere la fatidica manna dal cielo. C'è un programma di interventi, studiato e varato dai Governi, ed ora va applicato.

Se qualcuno pensa di disattendere il cronoprogramma fissato dall'Aia, oltre a non aver ben compreso, sicuramente non ha a cuore le legittime speranze di una città fortemente provata dalle problematiche ambientali, e delle migliaia di famiglie dei lavoratori che, grazie all'Ilva, ancora oggi riescono a garantire il "pane" ai propri figli.

Le considerazioni ultime del presidente di Federacciai, Antonio Gozzi - il quale ha ipotizzato un "ripensamento" sugli interventi previsti dall'Aia e sui tempi della sua realizzazione per l'Ilva di Taranto - appaiono fuori luogo.

La Fim-Cisl è ancora una volta dell'avviso che solo rispettando i tempi per l'applicazione dell'Aia sarà possibile salvaguardare il futuro dell'acciaio in Italia, nonché i livelli occupazionali.

A proposito di Aia, che nessuno si faccia affascinare dall'idea di apportare modifiche - di alleggerimento - all'esistente Autorizzazione Integrata, quella certa, dalla quale nessuno deve prendere le distanze, perché convinti che questa Aia rimanga il punto fermo per una corretta ambientalizzazione.

Come Fim-Cisl abbiamo apprezzato il "lavoro di preparazione" alla messa in sicurezza del sito produttivo ionico. Tutti gli atti sono stati compiuto tenendo conto anche delle irregolarità segnalate dalla magistratura. Ora è importante dare atto con i fatti a quanto riportato nei provvedimenti già prodotti.

Al nuovo commissario dell'Ilva, Pietro Gnudi, chiediamo di dare continuità ai già prodotti provvedimenti, senza indebolire minimamente il risanamento ambientale.

Il Piano Industriale presentato dall'ex commissario Enrico Bondi, pur mostrando criticità - comunque superabili - nella copertura finanziaria, rappresenta un buon punto di partenza. È opportuno far presente al neo commissario Gnudi la vera necessità oggi presente in Ilva, ossia la mancanza di liquidità fondamentale per fronteggiare l'attuale periodo. Le aziende d'appalto e dell'indotto del sistema Ilva sono in ginocchio, avanzano crediti importati per lavori già effettuati, negatività che puntualmente trova come anello debole i lavoratori, che da mesi ormai non possono più far leva su una puntuale certezza di pagamento. Il tempo a disposizione è terminato: occorre una soluzione definitiva.

Invitiamo il commissario Gnudi a non chiudersi nei meandri politici-istituzionali e di far conoscere alle organizzazioni sindacali il suo piano d'azione".