Riccardo Magherini era un ragazzone di 40 anni, sposato e con un bimbo di 2 anni che tra la notte del 2 e 3 marzo 2014 lo aspettava a casa: un passato da calciatore del Prato e in seguito della primavera della Fiorentina, una promessa del calcio secondo molti, tanto quanto il papà Guido che aveva militato nel ruolo di centrocampista/attaccante in diverse squadre di serie A e B.

Il fatto

Definito da tutti un ragazzo buono, spiritoso e affezionatissimo al suo bambino, Riccardo stava passando un momento difficile della sua vita, tra alti e bassi che spesso l'hanno costretto a fare uso di medicinali e droghe.

Come quella notte del 2 marzo di quest'anno, in cui non si sente bene, ha probabilmente la febbre e assume dei farmaci per debellarla mischiata, forse, a qualche drink. Il ragazzo si trova in giro con degli amici e ad una certa ora della notte decide di tornare a casa a piedi.

Era evidente che Riccardo non stesse bene quella sera tant'è che in molti ricordano questo ragazzo letteralmente "preso dal panico": inizia a correre urlando frasi scomposte rivolte a qualcuno che, a suo dire, aveva intenzione di ucciderlo. Riccardo ha visibilmente bisogno di aiuto, è ansioso e ha delle crisi di pianto che lo costringono ad entrare all'interno di un bar: il proprietario si accorge di quanto sia disperato il ragazzo e invitandolo a calmarsi gli offre un bicchiere d'acqua, il tempo di andare a prenderlo che Riccardo si è già dileguato per le vie silenziose del borgo.

Tant'è che molti residenti iniziano a chiamare le forze dell'ordine, comunicando loro la presenza di un uomo che urla frasi di richiesta d'aiuto ed è letteralmente scosso, ma non aggressivo: arrivano due pattuglie dei carabinieri che riescono a bloccare Magherini scaraventandolo a terra e ammanettandolo per impedirgli di divincolarsi.

I carabinieri, però, non chiedono cos'abbia a questo ragazzo che continua ad implorare un aiuto, ma lo trattano come un pazzo che ha solo bisogno di essere messo in riga. Molti abitanti seguono la scena mentre altri la riprendono e registrano l'accaduto: i quattro carabinieri, dopo aver inveito con calci sull'addome del Magherini per "cercare" di tranquillizzarlo, lo costringono a stare prono sull'asfalto esercitando su di esso tutta la pressione possibile pur di non farlo sollevare.

Dopo aver urlato tutta la sua disperazione e implorazioni d'aiuto, Riccardo non emette più un sibilo e nonostante ciò rimane a terra ammanettato come se, anche da morti, si possa far del male a qualcuno. Solo in questo momento, le forze dell'ordine, decidono a chiamare un'ambulanza...

Secondo i testimoni, Riccardo Magherini era un uomo che, preso dal panico, cercava in tutti i modi di essere aiutato e che vedeva intorno a sé un pericolo sicuramente frutto della sua immaginazione. Fu lo stesso Magherini a volere l'aiuto delle forze dell'ordine proprio perché convinto che qualcuno gli potesse fare del male e invece, le persone che in seguito gli hanno fatto del male sono le stesse persone che avrebbero dovuto tutelarlo.

Secondo la versione dei quattro carabinieri, che risultano indagati per omicidio preterintenzionale, il ragazzo era palesemente aggressivo e poteva essere un pericolo per se stesso e per l'incolumità delle persone presenti.

Il papà Guido e il fratello Andrea chiedono giustizia per Riccardo mostrando le ecchimosi sul suo corpo che sono frutto delle percosse e sopraffazioni da parte dei carabinieri. L'arresto cardiocircolatorio, causa della morte di Magherini, è avvenuta mentre esso si trovava ancora per terra tant'è che i paramedici hanno dovuto iniziare il massaggio cardiaco con lui ancora ammanettato perché non si riuscivano a trovare la chiave delle manette. Se i carabinieri avessero ascoltato i paramedici che chiedevano ripetutamente di cambiare posizione al ragazzo, Riccardo sarebbe ancora vivo e libero di vivere la sua vita insieme al piccolo Brando, il suo ultimo pensiero prima di essere strappato alla vita.