C'è ogni volta, sempre nello stesso mondo incantato delle favole, una persona ospite di eleganti cene, con gente famosa e facoltosa seduta a tavola. E ora, il protagonista di un certo ambiente, ha deciso di continuare la sua esistenza in modo più semplice, dopo essere stato un punto di riferimento per avere preso parte a festini di compleanni inventati assieme a vecchi barzellettieri bestemmiatori.  In certi ambienti miserevoli tutto è un susseguirsi di clangori imbarazzanti di dentiere montate su vegliardi schiumosi di saliva colante e infiammata.

Ed è così che si finisce per odiare la propria esistenza. Una vita che non si vuole più vivere.



"Volevo essere altro...", racconta la persona che oggi si è ritirata in uno sperduto chiostro di devoti, in un bosco irreale. I vestiti costosi e le scarpe di lusso. L'illusione del passato. Adesso, solamente un semplice abito bianco a coprire le vergogne. Una scelta risolutiva. Voltare pagina nell'attraversamento della propria esistenza. Anche una pecorina smarrita, in preda alla consapevolezza può avvertire a un certo punto la voglia di una botta e via a una realtà di cui non si riesce più di godere pienamente. Ammosciata, la pecorina si isola volutamente per dedicarsi ad altre e imponenti dimensioni, nel raccoglimento, prendendoselo tutto per sé, il romitorio, nel quale dimorerà in futuro, gemendo, sospirando in un solo afflato, in calore con i compagni pellegrini che, come arbitri accorsi per un imperdonabile fallo, giungeranno ansimanti al talamo anelato.



Tenebre impetuose nel chiasso di un'insonnia immersa negli incubi del priapismo precipitante in una recurvatio progressiva a mortificare le reminiscenze di persecutorie performance, alle quali la povera pecorina era costretta a corrispondere disgustata, irretita dalle promesse di danari sonanti dei soliti di turno. Notabili di una certa età, affabili, divertenti, dall'eloquio debordante, ma assonante ai gusti del popolo sovrano, di un paese disincantato che comunque, a parte vizi e virtù, non ci va sempre per il sottile quando si tratta della pagnotta e, volendo, ci si fa pure scrivere "Giocondo" in fronte, tanto importante poi sia soprattutto guadagnarci qualcosa di striscio.





La lubrificazione dei cardini infilati nelle toppe rendono sicurezza e insufficienza di movimento pendulo nel romitorio, affinché l'apertura regga allo sfregamento costante dovuto alla transitorietà del desiderio di oltrepassare quella soglia, che conduce altrimenti all'impotenza di soddisfare voglie inconfessabili. Questa è la calamità che affligge il mondo incantato, avviato ineluttabilmente nei baratri della stagnazione.

E a ognuno il suo, se si vuole ancora evitare ulteriori perdite e scuotere liquidi, che andrebbero ad alimentare crescite non desiderate perché inattese in grembi asciutti. La lubrificazione, il miracolo dell'unto.