L'articolo 34 della Costituzione italiana garantisce il diritto allo studio a chiunque, almeno sulla carta. Quindi ogni diplomato dovrebbe essere libero di scegliere la Facoltà universitaria a cui iscriversi. In Italia vi sono alcune università che prevedono il numero chiuso, per cui soltanto un tot numero di studenti può iscriversi a quelle Facoltà. Soltanto coloro che supereranno il test di ammissione, un concorso pubblico. Le iscrizioni a numero chiuso caratterizzano le Facoltà di Medicina, Veterinaria, Odontoiatria, Architettura e tutte le lauree triennali ricomprese nell'area sanitaria (esempio, logopedia).

Pensate che a Roma, per chi vuole laurearsi in Logopedia, ci sono 8 posti disponibili, a Padova 25, per cui moltissimi ragazzi (quelli che possono, come sempre) si stanno trasferendo in Spagna, a Madrid. Ciò avviene in tempi in cui la sensibilità delle famiglie verso i disturbi specifici dell'apprendimento, come ad esempio la dislessia, dovrebbe far programmare la formazione di un maggior numero di esperti qualificati. Cosa è successo in questi giorni (luglio 2014): il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto il ricorso dei giovani che avevano lamentato irregolarità nel test di ammissione alla Facoltà di Medicina. Il Tribunale, ancora una volta un Collegio di magistrati, ha imposto al Ministero dell'Istruzione di iscrivere 2000 ragazzi alle Facoltà di Medicina di Roma (Tor Vergata e La Sapienza), di Napoli (Sun e Federico II), di Salerno, di Pisa, di Milano, di Catania, di Messina e di Bari.

Altre sentenze si attendono. Nel sito dell'Unione degli Universitari, che ha assistito i ragazzi, leggiamo una bellissima lettera aperta dell'avvocato che ha patrocinato le cause giudiziali (supportato da un'agguerritissima squadra di collaboratori). Da questa lettera traspaiono messaggi di Giustizia, di Libertà, di Speranza, di ricerca del Dialogo; anche Onestà perché il ricorso collettivo è costato 15 euro ad ogni ragazzo.

Un concreto contributo del difensore al diritto di studio. Anche il riferire dei ragazzi israeliani e palestinesi, uniti, che parlano con un'unica voce, per avere gli stessi diritti, suscita emozione in questi giorni tristi che raccontano le tragedie di entrambi i popoli.

I soliti, obietteranno che se tutti si iscrivono alla stessa Facoltà ci sarà, fisicamente, una massa di gente a muoversi dentro le università; che gli spazi sono limitati; che il numero di docenti è quello che è; che questi ragazzi saranno futuri disoccupati, e tutto ciò che è noto.

Rispetto agli spazi ed all'offerta formativa nelle università sarebbe tempo che prendesse piede l' e-learning: un solo professore potrebbe spiegare la lezione a milioni di studenti stando tutti davanti ad un computer. Probabilmente, più persone attente alla lezione. Anche gli esami dovrebbero essere ristrutturati: è formativo fare gli esami orali stile roulette russa ? La vittoria dei ragazzi ammessi dal T.A.R. alla Facoltà di Medicina dovrebbe essere definitiva e generale. In tempi di riforme istituzionali, il Ministero dell'Istruzione e questo Governo di giovani dovrebbero decidere di rinunciare a proporre appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del T.A.R., lasciando quindi questi 2000 giovani studiare ciò che desiderano.

Se poi qualcuno volesse abolire il numero chiuso, la festa sarebbe completa. Concludendo, se la Facoltà scelta dovesse svelare un futuro da disoccupati, i ragazzi potranno seguire quei centomila che hanno già lasciato l'Italia. Quanti studenti italiani sono diventati ricercatori di fama all'Estero ?