Con l'incertezza politica esistente in medio oriente e nord Africa, povertà, fame, conflitti e guerre, i migranti cercano a pochi chilometri di mare l'illusione di una vita migliore. Ma il fenomeno ha infatti assunto proporzioni inusuali e quasi bibliche anche se si ha l'impressione che solo un terzo dei migranti che sbarcano siano idonei a chiedere asilo politico per sfuggire a persecuzioni, a conflitti e guerre varie, mentre gli altri due terzi sono spinti dal miraggio di una vita migliore nonostante le prospettive di lavoro e le condizioni di vita degli stessi europei sembrino, da un po' di tempo, peggiorate anche per loro.

Certo, la strada migliore per evitare le migrazioni selvagge, clandestine, in condizioni rischiosissime (come dimostrato dall'alto numero di morti in mare di questi ultimi anni), sarebbe quella di evitare lo sfruttamento del fenomeno migratorio da parte di scafisti spietati e senza scrupoli (molte dei quali per fortuna sono stati assicurati alla giustizia), convogliando questi flussi sin dagli stessi paesi d'origine, ma questo richiederebbe precisi accordi con i rispettivi governi, accordi che, proprio nel caso della Libia, che è il paese più coinvolto dal fenomeno e dell'Iraq, si prospettano difficilissimi, se non impossibili, data l'instabilità di questi paesi che sembrano in preda al caos totale, almeno per ora.



Nel frattempo, non si possono abbandonare i migranti al loro destino e lasciarli morire in mare, e ciò per ovvie ragioni umanitarie e di diritto internazionale e marittimo anche per la considerazione che gli italiani in passato sono stati un popolo che ha dato luogo a massicce migrazioni (America, Europa, Asia, etc). E' per questo che il ministro dell'interno Angelino Alfano sembra, fin qui riuscendovi, coinvolgere l'Unione Europea nell'affrontare il problema e nel riconoscere che le sponde del mediterraneo soggette agli sbarchi non sono solo i confini dell'Italia ma innanzitutto dell'Europa ( che diversamente unita non sarebbe...).

Comunque, anche se con "Frontex " si faranno probabilmente dei passi avanti, la soluzione del problema degli sbarchi rimane ben diversa e da affrontare alla radice. E' pertanto auspicabile che "Frontex" non sia solo un cambio di etichetta rispetto al sia pure encomiabilissimo "Mare Nostrum" ma metta in campo strategie innovative volte a trovare soluzioni più adeguate a risolvere il problema migratorio che presenta numerose sfaccettature solo ad alcune delle quali si è fatto cenno sopra.