La notizia dello scioglimento del sangue di San Gennaro è stata comunicata ieri alle ore 10,12 dal cardinale Sepe, arcivescovo di Napoli. I fedeli in cattedrale hanno accolto l'evento con un applauso. Il miracolo di San Gennaro ha sempre rappresentato per Napoli un avvenimento da prendere come un segno divino di buon auspicio. Il non verificarsi dell'evento viene considerato un segno premonitore di gravi sciagure. Sulla vita del santo non ci sono prove storiche. San Gennaro sarebbe nato intorno all'anno 272 a Benevento, città della quale sarebbe stato vescovo e sarebbe morto decapitato durante le persecuzioni contro i cristiani, ordinate da Diocleziano.

La leggenda racconta che il sangue di san Gennaro si sarebbe sciolto per la prima volta sotto Costantino I, durante il percorso che trasferiva le sue spoglie dall'Agro Marciano, dove era seppellito, a Napoli. La sua nutrice Eusebia aveva le ampolline del sangue del santo, che lei aveva raccolto dopo la decapitazione. Al passaggio delle spoglie di Gennaro, il sangue si sarebbe sciolto. Tornando ai nostri giorni, le due ampolle sono fissate dentro una piccola teca rotonda con una cornice d'argento e un manico. Di esse, una è piena di 3/4 e l'altra è vuota per metà. Col Concilio Vaticano II, la memoria liturgica di San Gennaro, da obbligatoria per la Chiesa universale, divenne facoltativa fuori dei confini dell'arcidiocesi di Napoli e venne evidenziato dal Vaticano che, lo scioglimento del sangue di San Gennaro, anche se definito un fenomeno inspiegabile scientificamente, non obbligava i credenti a prestare la propria adesione per fede.

Un modo del Vaticano per mettersi al sicuro nel caso venisse fuori una spiegazione scientifica del fenomeno?

Ipotesi scientifica del CICAP

Luigi Garlaschelli, Franco Ramaccini e Sergio Della Sala sono tre ricercatori del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), che hanno elaborato una prova scientifica su come sia possibile ottenere uno scioglimento simile a quello del miracolo di San Gennaro.

Loro scopo non è stato individuare la composizione della sostanza nelle ampolle, ma riprodurre il fenomeno della reliquia per dimostrare come era possibile provocarlo e, naturalmente, realizzarlo all'inizio della sua prima comparsa. In pratica, si è voluto contestare la tesi che sostiene l'impossibilità di riprodurre un comportamento identico e scientificamente inspiegabile.

Lo studio dei tre ricercatori italiani venne pubblicato nel 1991 sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, col titolo "Working bloody miracles". Nell'articolo veniva ipotizzato che la causa del miracolo di San Gennaro era un fenomeno di tissotropia, cioè la proprietà di alcuni materiali di passare dallo stato solido allo stato fluido se sottoposti a piccole scosse e vibrazioni, per poi tornare allo stato solido nel momento in cui restano immobili. Questa ipotesi tissotropica è avvalorata dal fatto che l'evento dello scioglimento del sangue del santo, è preceduto dal movimento compiuto dal sacerdote nell'agitare e ondeggiare l'ampolla prima di far vedere ai fedeli l'avvenuta liquefazione.

La sostanza tissotropica, colore rosso sangue, fu ottenuta facendo uso solo di sostanze e materiali che nell'epoca passata potevano essere facilmente trovati: molisite, un cloruro ferrico presente sul Vesuvio; carbonato di calcio, presente ovunque e anche nei gusci d'uova; sale comune e acqua. Sarebbe interessante vedere se il sangue si scioglie con la teca ferma.