Settembre porta con sé un bel carico di cambiamenti per grandi e piccini: le ore di luce diminuiscono e la natura inizia a sfoggiare i colori caldi dell'autunno, l'inizio del nuovo anno scolastico e, per chi ha dei bimbi piccoli, l'inserimento al nido o alla Scuola dell'infanzia. Ogni genitore certamente vuole trasmettere al proprio bambino serenità, sicurezza e fiducia in una tappa della sua vita così importante e delicata, e spesso si chiede se esista una formula magica per evitare di vederlo piangere sconsolato e spaesato quando inizia a frequentare la scuola materna.

La formula magica assolutamente non esiste, e anzi gli psicologi e le educatrici sostengono che la crisi di pianto è una reazione normalissima, può essere il suo modo per dire che sta facendo il grosso sforzo di abituarsi a un ambiente nuovo e a figure di riferimento diverse dai proprio familiari. I malesseri, i pianti di un bimbo davanti a uno dei maggiori cambiamenti che deve affrontare sono l'espressione del suo disagio, dell'ansia da separazione. Il distacco anche temporaneo "dalla mamma o dalla persona che lo cura in modo privilegiato gli è molto difficile da tollerare perché lo priva dell'esperienza più familiare e rassicurante che abbia avuto fino a quel momento nella sua vita" scrive Alba Marcoli nel suo libro "Il bambino arrabbiato".

I cambiamenti costano fatica a tutti e in particolare ai bambini che stanno ancora elaborando gli strumenti per affrontarli. La capacità di affrontare i distacchi è una conquista che il bambino fa a poco a poco e che sarà favorita da quello che gli psicologi chiamano attaccamento sicuro, ossia un legame solido e forte con la madre o con la figura che si occupa del bimbo nei primi anni di vita.

"Ciò che sembra aiutare maggiormente il bambino sono la solidità delle sue sicurezze di base, l'avere sperimentato una buona relazione col suo mondo. La sua famiglia dovrà trasmettergli il messaggio che i distacchi sono dolorosi ma possibili e fanno parte del vivere".

E' importante aiutare il bambino ad affrontare e superare questa prova: trasmettergli che il separarsi è difficile ma possibile, che il papà o la mamma ritorneranno sempre da lui, e che questo cambiamento gli consentirà di fare nuove conquiste, ad esempio la capacità di rapportarsi ad altri bambini e altri adulti, lo sviluppo di un'equilibrata autonomia.

Aiutarlo a vivere bene questo passaggio è fondamentale per la sua crescita serena: incoraggiarlo, e fare in modo che il distacco avvenga in maniera graduale, senza traumi. Ognuno, ovviamente, ha bisogno del proprio tempo a seconda del suo carattere e della sua storia; alcuni fanno più fatica di altri, ma mi infastidisce enormemente l'espressione "Lui è bravo, non ha mai pianto", come se il bambino che esprime un disagio fosse cattivo e da correggere. Recenti ricerche scientifiche dimostrano che tutti i bambini sviluppano, fin dai primi giorni di vita, la capacità di provare e di esprimere diverse emozioni e sentimenti, così come quella di farvi fronte e di gestirli (Children's emotional development is built into the architecture of their brains, Center on the Development Child, Working Paper 2, Harvard University, 2011).