La "buona Scuola". Che ipocrisia. Sono mesi, per non dire anni, che i nostri politici non fanno altro che attaccare i docenti italiani. Qualcuno ha definito la scuola un "ammortizzatore sociale", volendo lasciar intendere che i soldi investiti nell'istruzione sono sprecati e mal spesi. Invece è vero esattamente il contrario: senza scuola e senza istruzione non c'è futuro. Le nazioni capaci di innescare un ciclo virtuoso di sviluppo economico investono tantissimo in ricerca ed istruzione. D'altronde non potrebbe essere diversamente. Come si può pensare di stare al passo con i tempi e come si può concorrere in un mondo globalizzato se non si accresce il bagaglio di conoscenze di una nazione?

Il governo, anzi i vari governi che si sono succeduti in questi anni, invece di investire sulla scuola e sull'università, non hanno fatto che tagliare. Hanno tagliato cattedre, classi, hanno ridotto i finanziamenti alle università costringendo queste ultime ad aumentare le rette, spesso addirittura a raddoppiarle. Tutto questo si scarica nell'immediato sulle famiglie italiane, ma anche sulle prospettive di crescita della nazione che sta conoscendo un progressivo arretramento culturale. Contemporaneamente si finanziano le scuole private, violando palesemente l'articolo 33 della Costituzione.

Ed ora? Ciliegina sulla torta: si mette in campo una riforma della scuola punitiva nei confronti dei docenti, prospettando l'abolizione degli scatti di anzianità e vincolando l'eventuale progressione di carriera, anche in termini economici, al giudizio del dirigente scolastico.

E' un modo sottile per tenere sotto ricatto i docenti, che dovranno stare zitti ed obbedire se vorranno prendere più soldi in busta paga. In più ci si accanisce contro i supplenti, come se fossero il male assoluto. Si tratta di persone, di italiani, che si sono laureati ed hanno scommesso in un futuro lavorativo nella scuola.

Spesso i supplenti lavorano in condizioni disagiate, con stipendi da fame e senza alcuna certezza sul loro futuro. Eppure qualcuno si permette di parlare di supplentite. E no! L'unica vera patologia di cui è affetta l'Italia è la renzite, gli italiani sono stanchi di sentirsi fare la morale da questa classe politica che vive nell'oro e tra mille privilegi e poi se la prende con la gente onesta che ha studiato e che lavora per guadagnarsi da vivere.