Renzi è la 'reincarnazione' di Berlusconi. Di un Berlusconi giovane e pimpante, capace di sognare e di accendere i sogni degli italiani. Berlusconi da qualche tempo andava cercando un suo sostituto capace di aggregare i moderati e portare avanti le sue battaglie liberali, la sua visione dell'Italia e del mondo. Ricerca vana, lastricata di delusioni, a volte cocenti e inaspettate. Nessuno del suo movimento ha il portamento, il piglio, l'intelligenza, la comunicativa e la dose di sana follia capace di alimentare i sogni oltre ogni barriera, ogni drammatica evidenza della crisi che attanaglia l'Italia e l'Europa.

Il ventennio berlusconiano sarà analizzato con maggiore imparzialità e distacco dai posteri ma Berlusconi, ormai anziano e stanco dopo tante battaglie, può gioire nel vedere la dissoluzione dell'ideologia comunista in Italia, o almeno di quel che ne rimaneva nel PD. Una dissoluzione avvenuta dal suo interno, per merito di Renzi. Nel discorso in Parlamento Renzi mi è sembrato la controfigura, l'incarnazione di Berlusconi. Riscriveremo pezzi dello statuto dei lavoratori, ha tuonato a una sinistra impaurita e agonizzante. Lo riscriveremo perché basta apartheid sul lavoro, e Berlusconi sarà saltato sulla sua sedia non credendo ai suoi occhi e alle sue orecchie. È non si è fermato qui Renzi ma, pimpante e scanzonato, ha continuato imperterrito a cavalcare i cavalli di battaglia di Berlusconi anche sul fronte giustizia.

Dobbiamo "cancellare il violento scontro ideologico del passato"; "non accettiamo che uno strumento a difesa dell'indagato, l'avviso di garanzia, possa costituire un vulnus all'esperienza politica o imprenditoriale di una persona"; "non c'è nessuno qui fuori che pensi che sia giusto sia ci siano 45 giorni di sospensione feriale"; "sì alla responsabilità civile dei magistrati: chi sbaglia paga".



Su questi temi la sinistra aveva combattuto epiche battaglie contro il Berlusconi, si era asserragliata dietro alla trincea ideologica della difesa dell'autonomia della magistratura. Qui nella trincea la sinistra, nelle sue varie articolazioni, aveva scavato la sua tomba e dalle ceneri è emersa la figura di un giovane simpatico, concreto, accattivante, trascinatore, sognatore, scanzonato, Renzi.

I superstiti della vecchia ideologia masticavano amaro in Parlamento e nei palazzi ascoltando ancora una volta Renzi, ogni parola era una spina nelle carni vive di un credo che si sgretolava, evaporava. Sfiniti, non hanno nemmeno la forza di una protesta, il popolo, ormai disperato e deluso è con Renzi. Il popolo dimentica in fretta i contenuti delle battaglie, ha bisogno di un capo, di una speranza, almeno di un sogno in cui credere. È stanco di lottare contro. Il PD è più forte di prima, ha più consensi, ma non è più lo stesso, si è trasformato, il suo condottiere è Renzi la 'reincarnazione' di Berlusconi. Ironia della storia!