Forse non tutti sanno che oggi, 25 ottobre, è la giornata nazionale dello Sbattezzo. Di che cosa si tratta? Scopriamo alcune curiosità e cenni storici a riguardo e vediamo come ottenere il modulo per sbattezzarsi.

Partiamo innanzitutto dal definire tale pratica. Lo sbattezzo è la richiesta di rinuncia del sacramento del battesimo. Consiste nel fare domanda alla parrocchia di appartenenza (quella che ha officiato tale pratica quando eravamo in fasce). Il parroco della suddetta parrocchia provvederà ad annotare una rettifica di fianco al nome del richiedente.

Molti erroneamente infatti credono che con lo sbattezzo viene cancellato il proprio nome dalla lista dei battezzati che è in possesso dei registri parrocchiali. Il 13 settembre del 1999 vennero delineate alcune linee di principio sui dati in questione e sul perché non può essere cancellato il proprio nome dalle liste parrocchiali. Stefano Rodotà, allora presidente dell'autorità garante, redisse la stesura di tali linee guida. In sintesi, la cancellazione totale non può avvenire in quanto il battesimo, come evento, è effettivamente avvenuto. La parrocchia però è obbligata ad aggiungere la già accennata rettifica di fianco al nominativo del richiedente.

Sempre più persone ogni anno fanno tale richiesta.

Nei paesi secolarizzati il numero di sbattezzi è in continuo aumento, anche se i dati non sempre sono alla luce del sole. Indubbiamente, la questione sul battesimo è abbastanza complessa, o se vogliamo, quantomeno contraddittoria. Delle tre grandi religioni monoteiste, soltanto il cristianesimo ha adottato l'abitudine di battezzare i fedeli (o presunti tali) in tenera età, nonostante nel Catechismo ci sia esplicito riferimento al fatto che il cammino spirituale è un atto cosciente dell'individuo, quindi sarebbe preferibile battezzarsi in età adulta (catecumeno).

Da anni comunque è possibile rettificare tale evento e comunicare a chi di dovere la propria scelta. È da specificare però che a livello prettamente religioso, il battesimo non può essere cancellato. Per il cattolicesimo il rapporto tra l'individuo e Cristo che si crea col battesimo non viene eliminato con un modulo di sbattezzo.

L'atto dello sbattezzo è quindi soltanto di natura burocratica in quanto il credente (la parrocchia) non ne riconosce il valore spirituale.

Per fare domanda di sbattezzo bisogna presentare un modulo compilato con i propri dati personali ed inviarlo tramite raccomandata con ricevuta di ritorno alla parrocchia di appartenenza. Tale modulo è scaricabile collegandosi al sito dell'UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti). Ogni anno, associazioni come quella appena citata, raccolgono le richieste di sbattezzo. Il 25 ottobre è il giorno nazionale dello sbattezzo. C'è un motivo per la scelta di tale data. Nel 1956 una coppia di fidanzati di Prato decise di suggellare il loro amore sposandosi in Municipio.

La cosa scandalizzò i concittadini, tanto che l'allora vescovo Pietro Fiordelli decise di affiggere sul portale del Duomo una lettera denigratoria nei confronti dei neo sposini bollandoli come pubblici peccatori. I due coniugi sporsero subito denuncia per diffamazione e danni morali. La sentenza diede ragione ai due condannando il vescovo a 40 mila euro di ammenda. In corte d'appello, a sorpresa, tale sentenza fu ribaltata, in quanto i due sposini erano battezzati e quindi subditi legum, ossia sottoposti al ministero ed alla giurisdizione ecclesiastica. Era il 25 ottobre.