Agli iscritti al portale del Movimento 5 Stelle è arrivata, stamattina, una mail che invitava a votare circa l'espulsione dei deputati Massimo Artini e Paola Pinna, colpevoli secondo Grillo, di non aver restituito gran parte del proprio stipendio da parlamentari e, anzi, di essersi intascati il "malloppo" senza rendicontare nulla ai propri elettori. Nella mail si legge che le regole, nel Movimento, vengono prima di ogni altra cosa e che i due sarebbero già stati sollecitati dai loro colleghi in Parlamento, senza però aver mai eseguito il bonifico sul fondo per il microcredito alle piccole e medie imprese.

La piazza, pardon, la rete, non deve averla presa benissimo dato che non sono stati in pochi a reagire in malo modo anche a colpi di tweet. Il sindaco di Parma, Pizzarotti, ha implorato il comico di fermarsi con queste espulsioni e di riprendere la giusta lucidità per occuparsi dei reali problemi del Paese. Altra spaccatura, insomma, alla quale si sono aggiunte le voci univoche di alcuni parlamentari, soprattutto donne. Da Tiziana Ciprini a Gessica Rostellato, infatti, si è alzato l'hashtag #beppefermati e #fermateleespulsioni, un vero e proprio grido di dolore che ha inasprito ancora di più il rapporto con il leader genovese e i suoi cittadini in Parlamento.

Solo pochi giorni fa i risultati delle elezioni Regionali davano ai 5 Stelle il cosiddetto "colpo di grazia" con un gran numero in meno di voti rispetto alla Lega di Matteo Salvini e stupisce, ancora una volta, che Casaleggio (curatore del blog di Grillo) non si renda conto che questo modo di comunicare rappresenta il messaggio più sbagliato che può arrivare agli elettori.

Sono poche, infatti, le chance di Artini e Pinna di scampare all'espulsione dal gruppo parlamentare dei grillini, ma è anche vero che se c'è un partito, anzi, una forza politica in cui le regole sono uguali per tutti, forse questo è proprio il 5 Stelle, che a forza di autogol, però, rischia di retrocedere nella serie cadetta della politica italiana.