La crisi economica che stiamo vivendo parte da un cattivo uso del denaro pubblico per prima cosa, ma dipende molto anche dalle imprese che hanno poche richieste e rispetto al passato troppe tasse da pagare, quindi molte delle manovre rivolte alle imprese creano solo altro sperpero. Un negozio, una società familiare, un lavoratore autonomo o una piccola e media impresa oggi se incassa o non incassa deve sostenere dei costi che non può permettersi, qualche esempio: adempimenti contributivi, tasse allo stato, gas, luce, telefono, benzina (i cui prezzi sono lievitati) e tanto altro ancora, a quanto ammonta la spesa totale per una piccola impresa solo di tasse?

Qui è una parte della risposta del perché della crisi.

Dall'altra parte c'è la difficoltà di fronteggiare momenti di crisi come questi e i rivali che sanno sbarcare il lunario non mancano. Le imprese straniere spesso riescono a superare le nostre imprese in fatturato perché vendono a prezzo più basso grazie ad una costo del lavoro irrisorio (l'operaio viene pagato poco o fa più ore). A questo si deve aggiungere la mancanza di ordini dovuta ad un impoverimento generale dei cittadini, chi non ha potere d'acquisto non può acquistare, non solo, anche chi ce l'ha data la crisi preferisce risparmiare e magari se spende lo fa tramite altri canali a prezzo più conveniente o nei negozi on line.

Un tempo il nostro Paese era fatto anche di settore pubblico e di opere pubbliche, le Regioni, le Province e i Comuni e gli enti locali creavano occupazione.

Oggi poi troppi tagli all'impiego pubblico hanno ridotto l'occupazione, basti pensare ai famigerati tagli alla scuola di 200 mila unità, numero cresciuto perché i tagli sono continuati nei governi Monti, Letta e Renzi e non solo nel blocco del turn over, nel pubblico impiego chi va in pensione non viene sostituito, negli ospedali ci sono sempre più riduzione di posti letto e quindi meno richiesta di personale.

Il governo Berlusconi è stato quello che ha innescato questa spirale di tagli al Settore Pubblico anziché cambiare molte cose non funzionanti del sistema statale, si è colpito solo la povera gente: meno bidelli, meno assistenti, meno docenti, meno impiegati, meno poliziotti, meno magistrati i servizi sono stati penalizzati, meno fondi alle Regioni es: i trasporti pubblici, molte ditte di pullman hanno chiuso per mancanza di fondi questi servivano le zone interne ma anche tratte lunghe e frequentatissime.

L'impresa da una parte è diventata il centro delle sovvenzioni statali, a tutt'oggi si danno soldi e milioni di euro alle imprese per permettere loro di resistere alla crisi ed assumere, ma poi nei fatti molti di questi fondi usati in modo scorretto (es: non pagando l'operaio per quanto prevede la legge). Le imprese da una parte chiudono perché soffocate dalle tasse, dall'altro alle imprese vengono date sovvenzioni per milioni di euro che spesso sono un regalo a pochi senza che riescano ad avvantaggiare i più.

Le privatizzazioni di Poste Italiane e Ferrovie determinano riduzione dei posti di lavoro si riducono sedi postali e numero tratte e dove più servono. Gli scandali continuano, non c'è nessun controllo su come viene investito il denaro pubblico, si stanziano i soldi e non si sa come vengono usati e per cosa.

I soldi sono investiti e spesi male nel nostro Paese purtroppo questo è quanto e il caso delle cooperative di Buzzi a Carminati sono solo un caso tra migliaia, e le imprese in crisi continuano a chiudere.