L'ormai famoso Patto del Nazareno, siglato il 18 gennaio 2014 tra Renzi e Berlusconi e al quale sono seguiti altri incontri tra i due leader, ufficialmente trattava della nuova legge elettorale, della trasformazione del Senato in Camera delle autonomie e della riforma del titolo V della Costituzione.

Tuttavia, il dubbio che tra i punti discussi ci fosse anche l'elezione del futuro Presidente della Repubblica è emerso fin dall'inizio. Ma ora tale dubbio aumenta, soprattutto dopo gli incontri tra Renzi e le forze politiche, dai quali è emerso che, mentre Lega Nord e Fratelli d'Italia candideranno Feltri e Il Movimento 5 Stelle propone 10 candidature (tra le quali, attenzione, Prodi e Bersani), Pd e Forza Italia hanno dichiarato di votare scheda bianca al primo scrutinio. Perchè?

Berlusconi ha comunicato che "il candidato ancora non c'è" e avrebbe dichiarato ai suoi fedelissimi che nell'incontro non si è arrivati ad una decisione sul nome.

Insomma, Forza Italia non accetta la proposta di Renzi, che ha fatto il nome di Mattarella (nome che potrebbe andare bene anche alla minoranza dem) e Berlusconi resiste tra la voglia di restare un protagonista della scena politica e la paura di venire raggirato dal Presidente del Consiglio, che sembra determinato a non cedere ai veti.

Ma allora come mai la decisione comune di non votare al primo scrutinio? Paura di bruciare i nomi oppure conferma che il Patto del Nazareno deciderà il prossimo Presidente della Repubblica, forse proprio alla quarta votazione, quando basteranno 505 voti per raggiungere il quorum? Se si fanno due righe di conti, si scopre che Pd e Forza Italia assieme possono superare la soglia anche senza l'aiuto di altre forze politiche, quindi è probabile che o Berlusconi accetta la proposta di Renzi (che gode di un numero maggiore di grandi elettori) oppure il premier dovrà trovare un'altra soluzione.

Inoltre, se votassero davvero scheda bianca, ciò significherebbe che non appoggiano Bersani e Prodi, che sono tra i 10 candidati del M5S, con il quale il PD potrebbe dialogare (sempre che Grillo accetti il confronto).

Il quesito fondamentale è: il nuovo Presidente della Repubblica sarà il garante della Costituzione e avrà un'ampia rappresentatività, oppure sarà il garante del Patto del Nazareno per garantire a Renzi la tenuta del governo e il procedimento dell'iter delle riforme e a Berlusconi un ruolo ancora centrale nel processo decisionale anche di un governo nel quale Forza Italia è maggioranza e opposizione al tempo stesso?