Da che mondo è mondo l'altezza dei potenti attrae interesse ed attira fulmini. All'apice dell'attuale attenzione nazionale (e non) si trova la sommità del Collis Quirinalis, che il parafulmine ex presidente della Repubblica Napolitano, ha lasciato in pasto alle cariche politiche, eludendo il benché minimo tentativo di dispersione. Senza volerci soffermare sul mazzo di figurine che il croupier Renzi mischierà prima di gettare le carte in tavola, ricordiamo che la carica di Presidente della Repubblica rappresenta in primis l'unità nazionale e, come da influenza di pertiniana memoria, ormai trentennale, la garanzia politica della Costituzione.

Sempre di carte si parla. Del Pertini fatto uomo, celebrato dalla stampa mondiale, alla stregua di un mondiale vinto al cospetto delle migliori squadre di calcio della storia, in un'aerea partita di scopone con Bearzot, Zoff e Causio. Del Matteo nazionale, che mastica l'inglese come mangiasse un piatto di spaghetti all'amatriciana, che dovrà guadagnarsi laute mance nella distribuzione delle carte, che gli italiani aspettano alla prova del nove senza le solite facce, ricche e note, con nomi assordati ed assordanti, che l'asso dalla manica proprio non vogliono esca fuori.

Il Presidente

Ci vorrebbe un papa Francesco, un Presidente capace di sferzare la politica (i potenti ed i potentati) con il solo rispetto che si merita, raddrizzandola sulla via maestra, un uomo capace di parlare alle genti che quella politica ha espresso ed in cui non si riconosce.

Quella stessa gente che si allontana, che fatica a riconoscere l'uomo tra il prossimo, che teme la superbia del politico (in genere portatore sano di propri interessi malati) l'ira religiosa del kamikaze (nota stonata in un delirio di onnipotenza), l'accidia sociale che genera opere incompiute nel nome dell'incapacità ad applicare quantomeno la media diligenza del buon padre di famiglia per i cittadini.

Ridateci l'onestà intellettuale, liberatela dal contesto, fidelizzatela ai principi. Ridateci l'onestà reale, rubataci proprio dalla nostra politica, che pretende di farci pagare sempre lo scotto della sua mala gestio quotidiana.

La quota rosa

Le donne appaiono ancora lontane dalla sommità del Colle, scelte radicali ancora non se ne prendono.

Ma una storia come la Bonino, a prescindere dalla dichiarata malattia che non la terrà fuori dalla sua chirurgica passione, integerrima fino al midollo pur nelle sue opinabili battaglie, conosciuta e apprezzata in campo internazionale, distaccata dal potere dei giochi, avrebbe innalzato il livello del nome della rosa dei papabili almeno all'altezza massima del Colle del Quirinale, raggiunta al quadrivio delle Quattro Fontane. E la strada del pellegrinaggio, da lì, sarebbe stata tutta in discesa: devozione, ravvedimento penitente e ricerca spirituale. Alla nostra Italia che cade mentre qualcuno, ancora, gioca a carte coperte.