Giovanni Raineri, piacentino (1858-1944), fu ministro dell'agricoltura, industria e commercio in vari governi del regio parlamento italiano dal 1910, 1916/17, e nel 1920/22; si occupò della ricostruzione post-bellica delle regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, restituendo in poco tempo terre ed abitazioni alla popolazione, senza sperpero di denaro pubblico, tanto da far invidia ai vicini francesi. (Parallelismi tra le devastazioni del primo conflitto mondiale e i disastri degli ultimi 40 anni ve ne sono). Come fu possibile tutto ciò?

Adottare la "ricetta Raineri" significa tornare alla semplicità senza sovrastrutture

Lo statista e ministro Raineri scrisse nelle sue memorie "…..è doveroso chiamare gli stessi danneggiati ad assolvere il compito", (la ricostruzione o il ripristino di danni da alluvioni), non più lasciando "ad iniziative di privati di cacciarsi fra i danneggiati e lo Stato col proposito di far luogo alle ricostruzioni mediante i risarcimenti, ed in pari tempo di speculare in proprio".

In che modo riuscì nell'intento? Nel modo opposto a quello adottato da oltre 40 anni da tutti i governi passati, (per evidenti interessi di numerose lobby). Il ministro Raineri, infatti, promosse migliaia di consorzi fra i danneggiati, finanziati adeguatamente da un' istituto di credito, appositamente costituito, (grazie anche all'aiuto del collega senatore, Luigi Luzzatti, padre della cooperazione, e del capo del governo Giolitti).

Perché le tv ed i giornali, allineati al pensiero unico, ci informano quotidianamente degli enormi scandali perpetrati nei "grandi eventi" e/o nelle tragedie avvenute, anche in presenza di "commissari"? Perché nessuno, salvo i media non allineati al "pensiero statalista", informa i cittadini italiani che esiste la soluzione per eliminare la corruzione?

Il lettore attento e documentato può darsi la risposta da solo: la corruzione si combatte solo andando al cuore del problema, come fece Raineri: con lo Stato, e la mano pubblica in genere, al minimo indispensabile; individuando sistemi, (come sopra descritti), che escludano, e comunque ne limitino la corruzione. Questo articolo può essere uno spunto di riflessione per il dott. Raffaele Cantone, il magistrato anti-corruzione nominato recentemente dal governo per arginarne il fenomeno.