Sono tantissimi i problemi che frenano lo sviluppo economico della Calabria molti dei quali risalgono ai tempi di Giacomo Mancini e Riccardo Misasi che non hanno avuto il tempo materiale per risolverli e portare la regione in una dimensione tale da poter competere oggi con tutte le alte. La pessima Politica ha ridotto la Calabria nella regione dai maggiori primati negativi. Sanità e lavoro sono in testa alla classifica. La disoccupazione ha raggiunto i livelli più alti di tutto il territorio Nazionale. Con il 22,2% fatto registrato nel 2013, la Calabria presenta il tasso di disoccupazione più alto d'Italia, contro una media nazionale del 12,2% e UE del 10,8% - Lo rivelano i dati di Eurostat - mentre la disoccupazione giovanile si pone al 56,1%, contro una media italiana del 40% e quella europea del 23,4%.

Insomma, si può con certezza parlare di una situazione veramente drammatica, mentre la città più sofferente è Reggio.

Si notano a vista le condizioni di disagio in cui vive la popolazione e il grado di abbandono in cui versa l'intero territorio ed è sempre Reggio quella che versa nelle condizioni peggiori. A tal proposito, il neo sindaco Giuseppe Falcomatà dichiara di: "non avere la bacchetta magica", ma questa sua dichiarazione non è stata molto gradita dai reggini che già l'hanno messo mediaticamente alla gogna.

Della tanto decantata Calabria di un tempo, oggi rimane soltanto il ricordo delle persone più anziane che hanno la possibilità di poter fare una schietta comparazione tra la Calabria di una volta e quella di oggi.

"Tutta colpa della mala politica" - esclamano la maggior parte dei calabresi - "Colpa della nuova politica emergente - sostengono in molti - che non pensa ad altro che occupare scranni e collocare nei posti migliori i propri compari". Sembra proprio che la Calabria non riesca più a sfornare uomini di grande caratura come gli indimenticabili Onorevoli Mancini e Misasi, capaci di dare sempre il massimo per la loro terra, con grande spirito di abnegazione, nel rispetto dei sani principi che disegnano la politica soltanto come Servizio incondizionato per il bene della collettività.

Dal 1995, anno in cui fu eletto presidente Giuseppe Nisticò, inizia il tracollo della regione Calabria, come Ente e come territorio. Situazione negativa che ha continuato a lievitare con i successivi Presidenti. Con Mario Oliverio non si notano segni di ripresa. Alcuni avvenimenti sono la prova tangibile che il neo Governatore non sia all'altezza del difficile compito di riportare a galla la regione Calabria.

Mario Oliverio non è riuscito a evitare la chiusura della "Fondazione Campanella" e il licenziamento dei 180 dipendenti. Mentre la Sanità pubblica si ammala sempre di più. Visto l'esordio, i calabresi non hanno torto a essere "indignati" e hanno tutte le buone ragioni per decidere di manifestare contro la "mala politica", incapace di adottare soluzioni definitive per la ripresa economica e soluzione dei tantissimi problemi che incidono negativamente nella vita quotidiana della popolazione. I calabresi sono sempre più indignati e arrabbiati per il comportamento della classe politica e visti i risultati, non si può certo affermare che sia di qualità. Mentre i reggini che sin dallo storico 1970 pagano sempre il prezzo più alto, si stanno organizzando da "Indignati" per dimostrare con rabbia tutta la loro insofferenza e disapprovazione contro l'attuale classe politica, ritenuta dai calabresi la peggiore in assoluto.