Dopo la presentazione del Ddl di riforma della scuola, con le novità introdotte riguardanti la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici e l'istituzione dell'obbligatorietà dell'anno di prova per validare il ruolo, sono in tanti tra i docenti di ruolo a non aver compreso che questa proposta di legge sulla riforma scolastica vuole immettere nell'organico funzionale (cioè valutare l'assunzione) secondo la discrezionalità dei dirigenti scolastici. Questa novità tocca molto da vicino i docenti di ruolo e non soltanto i precari che entreranno in servizio dal 1° settembre 2015.

Eppure rischiano di essere sbattuti fuori dalla Scuola, vediamo perché.

Precarizzazione strisciante per il personale di ruolo

Questa riforma contiene un elemento di 'precarizzazione' talmente forte da andare a minare le certezze di chi si trova nel settore scolastico anche da più di 30 anni. Non ci sono più diritti acquisiti e intoccabilità dei docenti di ruolo. Tutti in discussione e tutti licenziabili. La chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici mette sullo stesso piano insegnanti esperti e nuove leve. Chi è già in servizio rischia di essere trasferito anche per motivi indipendenti dalla propria volontà, entrando dunque in una situazione di estrema instabilità che manda all'aria tutti i progetti di una vita!

Il rischio disoccupazione per i docenti già in ruolo

La novità che rischia di mandare all'aria la serenità dei docenti di ruolo è costituita dall'abolizione delle graduatorie e dall'istituzione di appositi albi regionali per la mobilità territoriale. Questa farà sì che saranno in tanti a rinunciarvi, abbandonando l'idea di riavvicinarsi a casa.

Attraverso questa novità, al termine del triennio si potrà verificare la possibilità di non essere riconfermati in quella determinata provincia e il docente di ruolo che aveva fatto domanda di trasferimento rischierà la disoccupazione perché non è detto che venga chiamato dal D.S. che avrà la potestà di nominarlo. Quello che i docenti di ruolo devono fare è cominciare seriamente a preoccuparsi e unirsi con tutti gli altri precari formando un fronte unico compatto contro questa idea di riforma della scuola, partecipando a tutte le manifestazioni organizzate dalla categoria, che siano scioperi piuttosto che flash mob o presidi davanti alle camere. Ne va della loro vita!