Mentre si avvicina il giorno del sollevamento di piazza contro le riforme avanzate dal Governo Renzi, il MIUR rende noto in un comunicato stampa che il ministro Stefania Giannini ha firmato il decreto che definisce i criteri per l'assegnazione dei contributi alle scuole paritarie, destinati alle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado. Secondo il decreto, i fondi verranno assegnati in via prioritaria alle scuole senza fini di lucro e distribuiti agli uffici scolastici regionali, cui toccherà erogare ai singoli istituti le somme stabilite .

I contributi erogati per l'anno 2015 dallo Stato alle scuole paritarie, ammontano complessivamente a 471,9 milioni di euro. La cifra di per sé potrebbe destare nel lettore una certa indignazione: infatti, dal momento che le scuole private richiedono una retta alle famiglie, perché lo Stato dovrebbe finanziarle?

  • Le scuole private gravano sul bilancio pubblico. Falso. In realtà allo Stato costerebbe molto di più costruire e mantenere direttamente le strutture scolastiche. A tal proposito, il ministro Giannini ha dichiarato che "se per mancanza di fondi dovessero chiudere le paritarie, dove sono iscritti oltre un milione di studenti", sarebbe necessario "mettere sul piatto 6 miliardi di euro".
  • Le scuole pubbliche non sono sufficienti a coprire il fabbisogno. Vero. In Italia, specialmente per quanto riguarda le scuole dell'infanzia, non ci sono strutture sufficienti a soddisfare le esigenze delle famiglie. Prendendo poi in considerazione le scuole superiori, spesso gli istituti paritari non costituiscono un'alternativa a quelli statali, bensì un vero e proprio ampliamento della proposta d'istruzione, specie in ambito professionale.
  • Le scuole paritarie forniscono un servizio pubblico. Vero. Basti pensare alla sanità privata convenzionata. Il termine "pubblico" infatti non coincide necessariamente con "statale". Seguendo questa logica, i sostenitori dell'istruzione paritaria affermano che le famiglie devono sentirsi libere di scegliere tra istruzione statale e privata senza necessariamente sborsare cifre proibitive, o quantomeno, lo Stato dovrebbe garantire anche ai redditi più svantaggiati tale diritto.
  • La Costituzione dice che non si possono finanziare le scuole paritarie. Falso. L'art. 33 della nostra Costituzione recita: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato." A tal proposito, il costituzionalista ex rettore dell'Università di Bologna Fabio Roversi Monaco, sostiene che l'inciso "senza oneri per lo Stato" venne proposto durante la Costituente, non perché si impedisse un qualsiasi aiuto dello Stato alle scuole paritarie, ma affinché non venisse rivendicato tale diritto come costituzionale.
  • Lo Stato taglia i fondi alla Scuola pubblica ma non a quella paritaria. Falso. In realtà, secondo dati FLC CGIL, anche i contributi alle scuole private sono stati oggetto di tagli considerevoli negli ultimi anni: si è passati infatti dai 535,4 milioni di euro del 2008 ai 471,9 milioni del 2015, con una contrazione complessiva degli stanziamenti di oltre 63 milioni di euro.

Vorrei concludere questo articolo con una precisazione: le considerazioni qui riportate, non vogliono minimizzare in alcun modo la situazione preoccupante in cui versa la scuola pubblica italiana.

Desidero esprimere piena solidarietà verso quanti, studenti e insegnanti, lottano per chiedere un sistema scolastico di qualità e vedere riconosciuto nei fatti il valore che l'istruzione rappresenta per il futuro del nostro Paese.