Oltre alla storia della filosofia e alla storia della chiesa, Lamezia Live ci informa del fatto che in questi giorni i seminaristi della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale avranno a che fare anche con la storia della malavita. L'intenzione non è quella di formare i futuri sacerdoti facendo loro studiare genealogie mafiose e nemmeno quella di formare una classe paramilitare deputata a particolari funzioni investigative. Non si tratta neanche di un vero e proprio corso di studi con tanto di esame finale, bensì di una singola lunga lezione tenuta dal professor Enzo Ciconte.





Il contenuto - Enzo Ciconte, consulente della Commissione parlamentare antimafia, è considerato tra i maggiori conoscitori italiani delle grandi associazioni mafiose. Durante l'anno accademico 2012-2013 presso l'Università di Roma Tre ha insegnato "Storia della criminalità organizzata". Successivamente, presso l'Università degli Studi dell'Aquila, Ciconte si occupa di indagine e semeiotica delle mafie italiane all'interno del corso di laurea in scienze dell'investigazione. Nel 2013 inizia la collaborazione con l'Università di Pavia che lo porterà a ricopre la cattedra di "Storia delle Mafie Italiane". Certamente la Chiesa non può sostituirsi allo Stato e la specificità del seminarista aspirante sacerdote rimane altra rispetto a quella dell'uomo d'azione militare.

Contemporaneamente, la Chiesa è chiamata a testimoniare Cristo nella realtà. Dunque: il tono della lezione non sarà quello della soffiata dura e cruda di nomi e cognomi dei mafiosi di zona, bensì quello accademico a proposito del rapporto tra parola ed evento mafioso. A tal proposito, tra le informazioni che accompagnano la pubblicizzazione dell'evento, è segnalata l'analisi del linguaggio 'ndranghetista ad opera dello stesso professor Enzo Ciconte in Riti Criminali.

Nessuna esclusiva per la Pontificia Università dell'Italia Meridionale ma, certamente, una interessantissima iniziativa. Un passo in più verso la consapevolezza del peccato e la capacità di messa tra parentesi del peccatore, nella speranza di riuscire a risolvere un problema prima di doverne condannare le persone. Oltre alla scomunica di Papa Francesco del 2014 per i mafiosi in occasione della sua visita a Sibari, la Chiesa Cattolica esprime così anche il suo contributo salvifico attraverso un lavoro sulla conoscenza. La conoscenza universale del problema mafioso, alla ricerca della prevenzione e all'interno di circuiti sani/controllati dedicati all'integrazione.