I nodi della politica.

Non ci vuole una particolare predisposizione per capire che il mondo politico è in fermento. Basta ascoltare la televisione o leggere i giornali. Prima usava polemizzare con l'avversario politico per far valere le proprie ragioni, ora invece è di moda farlo in famiglia. All'interno di ciascun partito emergono le contraddizioni della politica odierna, non più fondata su un modello condiviso quanto piuttosto su inutili personalismi. Le minoranze di partiti avversi, poi, si coalizzano tra loro per sposare la causa comune: quella di essere all'opposizione nei rispettivi partiti.

Veramente uno spettacolo singolare. Non è offensivo dire di essere all'opposizione del proprio partito, al contrario, è un segnale di autonomia intellettuale che denota una certa personalità che fa onore. Si approva solo se vi è convinzione, e non per seguire l'andazzo. Che cosa è successo ? Ho tentato di spiegarlo nell'articolo a mia firma del 21 aprile 2015 a cui rimando il lettore. Dicevo appunto nel citato articolo che " i partiti devono fare autocritica e rettificare il percorso, confrontandosi con  burocrazia e corruzione, due mali da estirpare." La politica deve fare uno sforzo di volontà. Deve cambiare. Gli uomini e donne migliori devono essere destinati al servizio della cosa pubblica.

Noi siamo una grande nazione, ed anche con tutti i nostri debiti, abbiamo sempre una grossa potenzialità. Certo, dobbiamo stare attenti agli sprechi che sono annidati nelle pieghe della spesa pubblica. Dobbiamo cercare un percorso virtuoso. L'indebitamento, argomento che merita una trattazione a sè stante, va rivisitato e seguito con attenzione particolare.

Il debito, quando è finalizzato alla formazione di nuovi posti di lavoro, è il benvenuto. Salvo poi trovare le vie migliori per alleggerirne il peso. L'Europa deve riflettere sull'argomento poichè è di interesse comune, anche della Germania. Bisogna usare tutti gli strumenti che gli statisti utilizzano quando sono in possesso dell'autonomia finanziaria.

Il Presidente Draghi ha già intuito la strada maestra e mi auguro che continui sulla stessa. Per la nostra politica interna, bisogna sforzarsi di ritrovare le idee, di cercare un minimo comune denominatore con tutte le altre forze, anche antitetiche, al fine di avere una meta comune: sanità, scuola, lavoro,  pensioni, ecc. Solo spingendo il carro verso un meta unica, tutti insieme, si può giungere ad un successo sicuro, per merito di tutti e non di una sola persona. Così com'è  già successo nell'ultimo dopoguerra.