Da sempre le autorità italiane hanno una grande capacità di anticipare reati gravi, ma quasi nessuno di evitarli. Per diversi giorni la Polizia aveva messo in allarme le autorità governative, Prefetto in testa, che centinaia di persone violente stavano raggiungendo Milano, anche dalla Francia, Grecia e Germania, per infliggere alla città danni e devastazioni. È come se fosse la sceneggiatura di un film, scritto prima che accadesse. In effetti, è quello che è successo. Centinaia di delinquenti con cappucci neri e maschere antigas, armati di molotov, fuochi d'artificio, sbarre di ferro e pietre, hanno devastato il centro della città con tecniche da guerriglia urbana, meticolosamente organizzata in anticipo.

Mentre i manifestanti devastavano il centro milanese, la maggior parte delle forze dell'ordine stava cercando di proteggere il teatro La Scala, che era stato individuato come uno degli obiettivi, sguarnendo così il centro città. Milano era intenta a mostrare al mondo l'impegno per il futuro alimentare migliore e, invece, ha offerto una variegata e vasta gamma di immagini di violenza e caos. Protestare e manifestare il proprio dissenso è più che lecito, sempre se la contrarietà viene esternata con pacatezza e senza prevaricare i diritti di altri.

Ma perché una protesta proprio su Expo che tratta un problema al centro dell'attenzione mondiale: l'alimentazione? Sono più di 840 milioni le persone cronicamente malnutrite su un pianeta la cui popolazione può raggiungere i 9 miliardi di persone nel 2050.

È possibile sradicare la fame nel mondo e produrre cibo nutriente, naturale e sufficiente per tutti senza distruggere l'ambiente? Queste sono le grandi questioni che devono essere affrontate nel corso dei prossimi sei mesi in occasione dell'Esposizione Universale che, con lo slogan "Nutrire il pianeta, energia per la vita", si è posto questo obiettivo.

Per l'Italia è anche una vetrina internazionale di vitale importanza: pulire l'immagine che è peggiorata negli ultimi anni per effetto di una cattiva gestione politica, tra le altre cose colma di corruzione, e trovare il modo di dare una spinta positiva all'economia del paese. Oggi il capoluogo lombardo è la "vetrina internazionale", e lo sarà per 184 giorni, che dovrà dimostrare la capacità dell'Italia di reinventarsi, di fornire al mondo segnali di ripresa, di esprimere quelle capacità imprenditoriali che abbiamo sempre ritenuto di comunicare agli altri: il famoso made in Italy.

E, invece, le prime immagini hanno fornito solo una realtà molto diversa: cantieri ancora aperti, lavoratori sotto pagati, Polizia inerme contro i violenti (a pesare sul comportamento dei poliziotti ci sono molte sentenze dei magistrati contro le forze dell'ordine). Secondo la Polizia italiana, gli scontri del 1° maggio sono stati solo un "assaggio" di ciò che si sta preparando per i prossimi giorni. Anche allora il ministro Alfano dirà che la situazione è sotto controllo?