L'aggravarsi della crisi migratoria nel Mediterraneo non va considerato un fenomeno passeggero e non scomparirà con più pattuglie in mare, ma si amplierà sempre più nei prossimi mesi. Sono più di 66mila le persone quest'anno che hanno attraversato il Mediterraneo verso l'Italia e altri Paesi europei, di questi più di 1.800 sono morte nel tentativo di raggiungere le nostre coste. Secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), durante il 2014 il numero di immigrati, che illegalmente hanno attraversato il Mediterraneo verso l'Italia, ha quasi triplicato il dato del 2013, mentre è raddoppiato quello verso Grecia, Turchia e Spagna.

I motivi che causano questa massiccia migrazione sono molti, e nessuno di questi sembra essere stato compreso dai governi delle Nazioni coinvolte, men che meno dalle Istituzioni europee.

Il motivo principale è il pesante divario socio-economico esistente tra la UE e i Paesi africani, problema che crea il primo fattore di "richiamo". Nella UE il PIL pro capite è in media pari a € 31.286, in Africa del nord è di 1.485 €/anno e non raggiunge la cifra di 800 €/anno in molti altri Paesi africani. Il secondo importante fattore è lo spettro della guerra. I territori della Siria, Libia, Mali, Iraq e Afghanistan sono impegnati in scontri armati che causano migliaia di morti mentre i regimi autoritari di Eritrea e Somalia perseguitano le differenti etnie e religioni, dove le morti registrate sono persino superiori che non nei territori di guerra.

Secondo i dati Frontex, nel 2014 sono i siriani il più grande gruppo di immigrati: quasi 80mila persone, pari al 28% del totale. Dall'Eritrea sono giunte circa 35mila persone e altre 22mila dall'Afghanistan.

Il terzo fattore è la mancanza di prospettive economiche di molti Paesi africani per l'enorme diseguaglianza in essere a causa di una malsana distribuzione della ricchezza, principalmente posseduta da una stretta cerchia di persone.

Il problema migratorio rischia di espandersi velocemente per effetto che la popolazione africana raddoppierà entro il 2050. Il tasso di fecondità è pari a 5,2 figli in media per le donne africane, contro 1,6 delle donne europee e raggiunge l'incredibile dato del 7,6 in Niger. Inoltre anche l'impatto negativo, riferito ai cambiamenti climatici in Africa, può esasperare i movimenti migratori.

I piani per una equa distribuzione degli immigrati, presentati la settimana scorsa dal commissario europeo Federica Mogherini, hanno già scatenato un netto rifiuto di Francia, Gran Bretagna, Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia mentre la Spagna è perplessa. La proposta della UE per combattere le mafie legate ai trafficanti di immigrati è del tutto irrealistica, come fantasiosa è la speranza di avere una qualsivoglia "cooperazione" da parte delle autorità competenti in Libia. Lì le milizie controllano i porti da dove partono gli immigrati, mantenendo collegamenti lucrativi proprio con queste mafie, considerato che l'immigrazione illegale crea un fatturato annuo di 283 milioni di € solo in Libia.

Anche la proposta di smantellare le reti dei trafficanti di immigrati e di distruggere le loro barche, sembra una pura fantasia. Questo genere di azioni dirette richiedono necessariamente l'autorizzazione preventiva da parte dell'ONU, oltre al fatto che la UE dovrebbe prendere atto che tali azioni potrebbero comportare delle perdite di vite umane in quanto ci si troverebbe a combattere contro le milizie jihadiste presenti in Libia.