'Ilaria era ribelle. Ilaria era una ragazza diffcile'. Su Ilaria Boemi, la sedicenne morta su una spiaggia a Messina, è stato detto di tutto, innescando un processo di victim-blaming che ha coinvolto conoscenti e perfino organi di stampa.

Contro di lei sono state versate parole al vetriolo, con toni giudicanti tipici di un Paese ancora provinciale dove se hai i piercing sei un drogato, un poco di buono, una persona cattiva e problematica. Giudizi anche sessisti in merito al suo look considerato mascolino, come se questo potesse collegarsi alla pastiglia di ecstasy cattiva che le hanno offerto, uccidendola, quasi voler sottolineare il fatto che andava ricondotta sulla retta via.

Oltre alle foto tristi pubblicate su ogni mezzo di comunicazione, si scorge un aspetto che pochi media hanno trattato. Ilaria era una ragazza intelligente e faceva progetti per il suo futuro. Una bambina vittima soltanto della sua giovane età. L'adolescenza è un'età difficile, perché non si è in grado di valutare i pericoli di quel mondo che un ragazzo ha appena cominciato a percorrere da solo.

Chi l'ha criminalizzata è solo un adulto incapace di comprendere che bisogna stare accanto ai ragazzi per accompagnarli nella crescita. Non è la prima volta che i media italiani discriminano gli adolescenti mediante inchieste e articoli ad hoc, per speculare su presunti fenomeni che rappresentano il lato negativo di alcuni adolescenti, proiettandoli su tutta una generazione di ragazzi.

Due anni fa si è parlato a lungo di due adolescenti che si prostituivano nei quartieri più agiati di Roma. Questo fatto di cronaca è stato strumentalizzato per costruire congetture su come le adolescenti di oggi abbiano perso i valori, piuttosto che condannare quei padri di famiglia che andavano a letto con le coetanee dei propri figli o chi le ha indotte alla prostituzione.

Un linguaggio grave che rischia di legittimare il fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori, piuttosto che condannarlo. Da allora sono nate lunghe inchieste e puntate televisive di vario tipo per indagare su come gli adolescenti, in particolare le ragazze, siano sempre più promiscui, sfrontati e senza freni.

Drogati, bulli, baby squillo, aggressivi, pigri e senza obiettivi.

Pare che nessun giornale o altro mezzo di comunicazione sia interessato a mostrare un'immagine più positiva degli adolescenti o a rappresentare il vero aspetto dell'età verde. Non c'è più spazio per ragazzi e ragazze geniali, creativi, spensierati, assertivi. Anche l'entertainment televisivo dà una brutta immagine dei giovani: raramente questi appaiono in veste di giovani talenti; spesso sono rappresentati come giovani di bell'aspetto che prendono parte a trasmissioni stupide e prive di contenuti educativi, date in pasto a un pubblico di coetanei o bambini più piccoli che non sono in grado di discernere la realtà dalla finzione. Come si fa a crescere in un Paese che ti insegna che se non hai il cellulare all'ultimo grido, il vestito firmato, o se non ti droghi sei un perdente e che poi, se ricalchi gli stessi cliché, sei colpevole della tua sorte?

L'immaturità e la superficialità dei giudizi contro Ilaria è gravissima. L'informazione dovrebbe esentarsi dall'esprimere giudizi morali o cimentarsi in analisi pedagogighe su fatti di cronaca. E' un malcostume tipicamente italiano, che non equivale affatto al diritto di cronaca, ma a un atto di diffamazione gravissima. Fatevi un esame di coscienza.