Dopo un lungo cammino, le riforme costituzionali sono di nuovo al centro della polemica politica ed impegnano tutti i partiti. Si tratta della Costituzione a cui tutti sono interessati: maggioranza ed opposizione. Il Governo , che propone le modifiche al Parlamento, deve dare molto più spazio alle opposizioni perché concorrano, insieme a tutti, alla definizione delle modifiche proposte. Non è utopia, ma l'opposizione deve partecipare: non a caso la nostra Costituzione è stata fatta col contributo di tutti. Ben vengano quindi i suggerimenti tesi a migliorare il testo di riforma.

Pomo della discordia

E' opportuno trovare un punto d'incontro sull'art. 2, oggetto di contestazione da gran parte della pubblica opinione, con una soluzione maggiormente condivisa. Tecnicamente è possibile trovare una formula per modificare la norma, fermo restando l'impianto già approvato e cioè nuovi compiti per il Senato a rappresentanza delle autonomie. Anche se l'approvazione della riforma citata dovesse tardare di qualche mese, sicuramente ne uscirebbe più completa e con più idee.

La gente guarda ed osserva: apprezza il buon senso, il modo in cui vengono portati avanti i progetti e, soprattutto, l'interesse per il bene comune. Nel partito di maggioranza relativa (PD) regnano due concezioni contrapposte sulle riforme: le decisioni vengono prese a mezzo del confronto dialettico. Senza drammi, occorre solo andare avanti e trovare il punto di equilibrio giusto sull'art.

2, rispettando le decisioni assunte, di cui sopra, per quanto riguarda le funzioni del nuovo organismo.

Sbaglia chi, nel partito PD, minaccia scissioni per risolvere i problemi: è un segno di debolezza, mentre lo diventa di forza quando ci si impegna a continuare la lotta per le proprie idee. Tutti guardiamo e siamo in attesa che il discorso continui e che alla fine si prenda la decisione migliore.

Se vogliamo bene a questo paese, bisogna mettere da parte le rivalse personali ed avere l'umiltà di riconoscere che abbiamo tanto bisogno di rimetterci sulla buona strada. L'antica Grecia ha insegnato al mondo non solo la democrazia ma anche e soprattutto la demagogia, che è la strada peggiore per risolvere i nostri problemi.

Abbandoniamo quindi la demagogia e guardiamo alle cose concrete: di vero c'è solo che la ripresa, stando agli indicatori, è già avviata, anche se lentamente. Buone notizie anche dal mondo del lavoro, e buone intenzioni per la riduzione delle tasse. Manca solo un pizzico di ottimismo.

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