Mihajloviced il Milan perdono ancora: quattro a zero. La sentenza arriva definitiva, come un fulmine a ciel sereno, nemmeno un gol contro il Napoli che ha stracciato una delle squadre più forte di sempre. Sembra ormai che la squadra allenata dall'ex giocatore serbo sia sul filo del rasoio, avviata verso un periodo di crisi senza precedenti: quattro gol presi per errori stupidi, grossolani, e per la poco attenzione che i giocatori hanno prestato in campo. Molti criticano anche lo schema di gioco adottato dall'allenatore ed imputano a lui al colpa delle sconfitte:Berlusconi, dal canto suo, continua a dargli fiducia, anche se non ha digerito realmente la sconfitta.

Milan: la caduta di un mito

Il primo errore è stato commesso da Zapata che ha innescato la reteAllan, grazie a Higuain; per il Napoli le cose sono andataa gonfie vele, mentre il Milan rispondeva agli attacchi in modo fiacco e senza sprint. Sono stati spesi 80 milioni di euro per investire nell'acquisto di giocatori che potessero portare prestigio, grazie alle loro abilità, all'interno della squadra, ma pare che questo non sia stato sufficiente. Ben 13 sono i gol subiti in sole 4 sconfitte: una media agghiacciante. Se si pensa che il Milan era candidato ad occupare i primi tre posti in classica, il risultato ottenuto ha dell'irreale: probabilmente la sosta per le qualificazioni europee arriva per permettere ai giocatori di ricaricare le batterie e per consentire al Mister l'elaborazione di una tattica di gioco migliore.

Mancano letattiche: Milan irriconoscibile

La squadra è apparsa poco unita, poco attiva e non disposta ad operare in gruppo: carente la difesa che consente il passaggio di tutti gli avversari, Bertolacci eMontolivo non danno prova delle loro capacità.Mihajlovic rimarca la sua personale insoddisfazione nei confronti Luiz Adriano e Bacca,entrambi incapaci di assolvere al loro ruolo di attaccanti.

In effetti, a questa squadra manca la voglia di vincere, l'agonismo, l'impulso di porsi verso l'avversario stracciandolo. Gli errori dei singoli giocatori non si contano, non c'è coesione, voglia di fare gruppo, capacità di giocare insieme: in una parola non c'è davvero una squadra.