Con i cadaveri ancora caldi. Da Libero a Matteo Salvini, passando per chiunque abbia cercato in tutti i modi di spalare montagne di materiale organico contro una religione, contro una cultura millenaria, senza distinguere la differenza tra credo religioso e follia. E con i cadaveri ancora caldi, la parte estrema di quella corrente politica chiamata destra rincorre il solito slogan populista, quel 'Mandiamoli tutti a casa' che scandisce le giornate del socialmente attivo medio. Dimenticando che i richiedenti asilo una casa non ce l'hanno più. Proprio a causa di chi prende una religione e la eleva all'ennesima potenza, estremizzando un concetto metafisico e trascendentale.

Da Charlie Hebdo a teatro Bataclan, quando la cultura viene assassinata

Prima un giornale dissacrante ed irriverente. Poi un teatro. Il centro culturale dell' Europa viene assassinato ancora. Per la seconda volta. Un 2015 da dimenticare per Parigi, la Capitale della moda e della cultura. Da una copertina carica di satira, fino ad arrivare ad un concerto. Ma questa volta l'evento non offendeva Maometto. Non offendeva nessuno. Ma quando si perde la concezione con la realtà, quando un libro diventa il simbolo di una lotta, rimane difficile parlare tramite il sapere. Rimane difficile parlare. E alcune volte anche scrivere.

L'hashtag e lo sciacallaggio, il dispiacere 2.0 cancella il dolore

Definire l'hashtag uno sciacallaggio è lecito.

Ma anche creare campagne politiche fondandole su odio razziale e non, sarebbe un'azione da condannare con l'ergastolo. Ma quando il mondo social è strettamente legato al mondo sociale, si perde la concezione della realtà. In questo caso del dolore. Perché è pur vero che difficilmente si può abbracciare un familiare di chi stanotte non ha fatto ritorno a casa dopo una serata iniziata nel segno del divertimento.

Ma tra solidarietà e fucili spianati contro chiunque presenti una tonalità diversa (e tendente al nero) dalla propria pelle, si dimentica quale sia il vero dolore. Quello che hanno provato le persone che avevano un conoscente a Parigi in quel momento, nessuno può saperlo. Né una campagna elettorale, né il politico di turno.

Nemmeno un hashtag. #prayforParis? Sì e no. #wepray. Senza specificare nessun Dio. Noi preghiamo. Sperando che quei cannoni puntati si inceppino nel momento decisivo. Di sangue e di populismo ne abbiamo visto abbastanza. Ed i cadaveri si stanno raffreddando solamente ora.