Anche in assenza dei decreti attuativi, stiamo già assistendo agli effetti devastanti della Legge 107/15 che si sta abbattendo sulla Scuola Pubblica: uno, tra tutti, lo scempio d’una politica scellerata d'assunzioni selvagge ed il difficile reperimento d’insegnanti, accompagnato da un continuo avvicendamento di supplenti in attesa di chiarimenti sulla famigerata fase C delle assunzioni, in barba a qualsiasi progetto di continuità didattica.

Sullo sfondo di stipendi bloccati al 2009, i più bassi d’Europa, della mancanza d’una reale volontà politica nell’attuazione delle più elementari norme di sicurezza e di costi sempre maggiori sostenuti obtorto collo direttamente dalle famiglie anche per le spese scolastiche di necessità, assistiamo a fenomeni migratori di masse d’insegnanti, anche su larga scala, accompagnati da un’intensa campagna denigratoria, sostenuta dai mass media, dell’intera categoria che si lamenterebbe “nel pretendere” il diritto di provvedere più dignitosamente alla propria famiglia dopo anni di studio e sacrifici.

Per i precari, storici e non, fortunati destinatari d’un incarico annuale, sono previsti solo 36 mesi di servizio allo scadere dei quali, in assenza d’assunzione in ruolo, non potranno essere più individuati per un nuovo incarico mentre i docenti di ruolo, vecchi e non, diverranno i nuovi precari della scuola. Spunta all’orizzonte come un nuovo Sole, un nuovo precariato che si sovrappone magicamente a quello precedente (quest’ultimo, regolato comunque dallo scorrimento di graduatorie per titoli) all’insegna dell’attribuzione d’incarichi triennali proposti direttamente dal Dirigente Scolastico senza criteri di sorta e sulla base d’un indefinito curriculum, a partire da un ambito territoriale subprovinciale, la cui determinazione, ancora misteriosa, verrà alla luce in un tempo imprecisato (scadenza del 30 giugno 2016).

Succederà che, con la determinazione dell'organico potenziato i docenti di ruolo della vecchia guardia dichiarati perdenti posto per contrazione di posti e tagli oppure gli insegnanti che “pretenderanno” di riavvicinarsi ai propri cari dopo anni di lontananza, vagheranno per ambiti di scuole d’una o più regioni in cerca d’un posto mentre il posto che magari si viene a riformare viene attribuito direttamente a chi, assunto quest’anno, è in cerca di una sede definitiva o comunque d’una sistemazione.Il principio è: s’assumono docenti nuovi per farne fuori altri.

L’importante è, infatti, ASSUMERE!

Gli ambiti territoriali

Perché gli ambiti territoriali? Perché il ruolo dei docenti, dall’oggi al domani, è divenuto regionale, primo in assoluto in tutti i comparti della Pubblica Amministrazione, e gli insegnanti di ruolo godranno “finalmente” del “privilegio” di poter vagare ovunque, a loro spese, alla ricerca disperata d’un posto, ogni tre anni attraverso un “balletto” che li vede protagonisti principali di storie da pastori erranti per nuove località, nuove classi, famiglie, in cerca di nuovi contatti con colleghi nuovi, in una specie di tourbillon perverso ed insensato, frutto d’un disegno ispirato a Telecom e targato 3L: una vita avventurosa contrassegnata da continui viaggi con famiglie a carico in camper, guidati da docenti malconci “colpevoli” d’aver scelto questa professione in tempi non sospetti, quando l’orizzonte lavorativo non era ancora oscurato dalle tenebre della “Riforma” Fornero.

Se un tempo un insegnante viveva per la scuola, ora è portato a morire per essa. Questi ulteriori sacrifici verranno ampiamente "ripagati" da un lauto stipendio, altro vero “privilegio” di casta, tanto che il Legislatore ha pensato bene di ridurlo ulteriormente qualora l'insegnante, in esubero e/o in condizioni di salute precarie, “osi” chiedere trasferimento in altro comparto della Pubblica Amministrazione.