A ben pensarci erano uomini come noi quelli che architettarono la Shoah e l'Olocausto che ne conseguì. Mangiavano, dormivano, bevevano. Generavano figli. Erano uomini come noi, ma con i sentimenti alterati dal razzismo e dal desiderio di potere. Dalla convinzione che esistano uomini più uomini di altri, con più meriti derivanti dal solo motivo di esistere. La Giornata della Memoria dovrebbe, tra l'altro, servire anche a questo. A ricordarci che non furono extraterrestri a mettere in scena una delle stragimegliopianificate della storia. Erano uomini che, magari prima al bar, esprimevano il loro disprezzo per altri uomini e, ottenuto il potere, lo manifestarono in tutto il suo orrendo splendore.

Giornata della Memoria:mai più Olocausto

Perché sia davvero una giornata di memoria occorre non solo ripercorrere la nuda storia, ma, usando tutta l'empatia di cui siamo capaci, realizzare chi fossero gli uomini che ordirono l'Olocausto e quali i sentimenti che li animarono. Per provarne orrore e prenderne definitivamente le distanze. Occorre provare a immaginare cosa possa aver significato per un uomo, una donna o un bambino essere strappato dalla propria casa e dai propri cari, senza sapere né dove sarebbe stato portato, né se c'era una speranza di ritorno. E moltiplicare questo sentire per milioni e milioni di volte, tanti furono quegli uomini, quelle donne, quei bambini.

Ma è anche l'occasione, di contro, di ricordare le migliaia di persone non ebree, che a rischio della propria vita, all'Olocausto si opposero.

L'Ente Nazionale per la Memoria della Shoah, ha identificato 25.685 persone definite "Giusti fra le Nazioni" che si sono impegnate, senza scopo di lucro, a soccorrere gli ebrei perseguitati. La Giornata della Memoria è, di fatto, l'occasione per scegliere cosa vogliamo essere: se schiavi delle nostre ambizioni lasciandoci andare ai peggiori istinti, in compagina di altri esseri simili; o persone simili ai "Giusti fra le Nazioni", operando ogni giorno, nel nostro piccolo, per la crescita e lo sviluppo di sentimenti di rispetto. Morendo nell'ignominia come i primi, o degni di rispetto a nostra volta come i secondi.