Dopo gli attentati di Suruc del luglio scorso e la sanguinosa strage del 10 ottobre adAnkara, in cui persero la vita 103 persone, un altro devastante attentato ha sconvolto la Turchia. Ieri mattina ad Istanbul un kamikaze si è fatto esplodere in piazza Sultanahmet, uccidendo 10 turisti di nazionalità tedesca e ferendone almeno altri 15.

La zona dell'attacco si trova in pieno centro storico, dove sono presenti i monumenti più importanti e visitati della metropoli euro-asiatica, come la Basilica di Santa Sofia e la Moschea Blu, che vengono frequentate ogni giorno da migliaia di turisti stranieri.

L'attentato, subito rivendicato dal sedicente califfato di Abu Bakr Al Bagdadi è stato effettuato da un giovane siriano di 28 anni nato in Arabia Saudita e da poco entrato in Turchia, dove aveva chiesto asilo politico. Si chiamava Nabil Fadli e secondo l'intelligence turca era affiliato all'Isis.

Le lacrime del mondo

Il cordoglio da parte di tutti è stato unanime: il segretario della Nato Stoltenberg, ha condannato senza appello l'infame gesto, ribadendo la necessità di lottare uniti nella lotta contro tutte le forme di terrorismo.Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, ha promesso ancora più impegno, fermezza e determinazione nella lotta al terrore.

Un attentato e tre significati

Il caos di Istanbul ha evidenziato la triplice valenza del gesto e il cambio di strategia degli uomini del daesh: è stato attaccatoil cuore della nazione, prendendo di mira una risorsa economica importante come il turismo, ed è cambiato anche il bersaglio da colpire: gli stranieri, in particolare i tedeschi.

E' palese come tale gesto sia indissolubilmente legato a tutto quello che è successo a Colonia a capodanno e alle politiche di immigrazione di Berlino.

Tutte le guerre turche

La Turchia è diventata l'epicentro di infinite tensioni politiche interne ed esterne, regolata da una strategia del terrore divenuta ormai incontrollabile.

Nemmeno la rielezione del discutibile presidente Erdogan, che ha promesso di annientare tutti i diversi gruppi sovversivi presenti nel paese, ha contribuito a portare quella sicurezza e stabilità tanto desiderata dalla popolazione. Anzi, sembra quasi che la posizione del suo leader assolutista si sia indebolita,proprio a causa della paura ed instabilità dilagante, generata dall'impossibilità di risolvere il problema dello stato islamico una volta per tutte.

L'evidente cambio di rotta nella lotta al terrorismo, ha portato la Turchia a subire un aggravamento della violenza, con continui attentati e stragi di matrice Isis, a cui si aggiungono gli scontri quasi quotidiani con il Pkk curdo nel sud est del paese,

Come si combatte il terrorismo?

Cambiano le nazioni, ma il terrore rimane sempre lo stesso: è una piaga estesa dappertutto e che coinvolge tutti e necessita di una strategia comune, che tutto il mondo deve combattere e vincere insieme. Oggi siamo tutti turchi. Domani?