Senza dubbio in Siria una parte della popolazione si oppone al proprio governo con la forza delle armi, ma fin dall'inizio o anche prima, questa guerra è stata provocata e guidata dall'esterno. Il conflitto in questi anni è stato alimentato da un fiume di armi, denaro contante e combattenti provenienti da varie parti del globo, tutto questo con il benestare e la connivenza di paesi come Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita, Israele e la immancabile NATO. Non si può definire guerra civile un tale disastro creato da interessi stranieri che hanno alimentato e appoggiato gruppi di mercenari usati come strumento di politica estera.

L'origine del conflitto

Ai tempi della guerra fredda la Siria era un fedele alleato dell'Unione Sovietica, e dopo la caduta del comunismo questo rapporto è continuato naturalmente con la Russia. Il paese mediorientale ha legami economici,politici e strategici col Cremlino, e condivide interessi reciproci tra cui il prevalere di un ordine mondiale multipolare che sottolinei il primato della sovranità nazionale. A causa di questo legame l'occidente ha cercato per decenni di attirare la Siria nella sua orbita, già negli anni 80 ci fu un tentativo di rovesciare l'ex presidente Hafez al-Assad, padre dell'attuale leader siriano. Gruppi terroristi come Al Qaeda, Isis ed altri sono stati usati da potenze straniere per destabilizzare la Siria e far cadere il suo governo.

Quale possibile soluzione

Con l'intervento della Russia nel conflitto siriano molte carte sono state scoperte, soprattutto grazie al bombardamento di convogli dell'Isis diretti in Turchia. Se il presidente Assad cercasse un interlocutore per fermare la guerra, avrebbe il dubbio se rivolgersi ai terroristi mercenari o ai leader dei governi che li hanno mandati a provocare il conflitto.

Riconoscere che il conflitto in Siria è il risultato di una aggressione straniera contro Damasco, sicuramente renderebbe le cose più semplici. La soluzione sarebbe quella di consentire al governo siriano di ristabilire l'ordine all'interno dei suoi confini, e agire sia con l'aiuto dell'ONU che sul campo di battaglia contro le nazioni che alimentano la violenza per scopi geopolitici. La Siria si trova con un crescente numero di alleati in questa lotta, perchè altri paesi si rendono conto che potrebbero essere le prossime vittime.