Da diverso tempo i miliziani dello Stato Islamico stanno affrontando un graduale declino sia in Iraq che in Siria, questo a causa delle sempre più forti resistenze locali nonché del ruolo giocato da diverse formazioni armate, come i guerriglieri curdi e dalle milizie sciite, nel combattere contro l'avanzata dell'autoproclamato Califfato.

A riguardo del declino dell'autoproclamato Califfato, il portavoce del Pentagono Peter Cook ha sostenuto che per lo Stato Islamico siamo ormai il "crollo è vicino", e che l'ISIS ormai controlla "solo" il 45 per cento dell'Iraq nonché tra il 16 e il 20% la Siria.

Il ritorno 'di fiamma' di Al Qaeda

Mentre lo Stato Islamico si trova in crisi e inizia a perdere sempre più colpi, si sta assistendo al ritorno "di fiamma" della rete di Al Qaeda, ora fortemente motivata nel cercare di riprendersi la "leadership" del fondamentalismo e del terrorismo islamista che gli stessi miliziani dell'ISIS erano riusciti a superare.Pochi giorni fa, lo stesso giovane figlio dello "storico capo" Osama Bin Laden, il 23enne "Hamza Bin Laden", ha rilasciato un video audio in cui minaccia l'Occidente "infedele" e esorta i seguaci dell'islamismo radicale ad unirsi nella nuova "jihad" globale.

Nello stesso video, Hamza Bin Laden ha invocato l'unità dell'islamismo radicale sostenendo che "Non c'è più alcuna valida scusa per coloro che insistono sulla divisione e le controversie", in quanto "il mondo intero si è mobilitato contro i musulmani".

La lotta tra ISIS e Al Qaeda in Siria

Tra ISIS e Al Qaeda non scorre assolutamente buon sangue da diverso tempo, e le due formazioni estremiste si combattono ferocemente nella Siria, nel paesedove risiede il "quartier generale" dell'ISIS - nella città di Raqqa- e dove la stessa Al Qaeda vorrebbe piantare i semi per la costruzione di un'emiratocon cui poter fare concorrenza al Califfato dell'autoproclamato Stato Islamico.

Inoltre, in tal modo la stessa rete quaedista potrebbe disporre facilmente di jihadhisti provenienti dai paesi limitrofi e/o vicini, come l'Iraq, la Turchia e la Giordania.