La nuova civilizzazione globale è ricostruita dall’informatica. Se non sei sul web, non esisti. A questo e ad altri spunti di riflessione che tutti i giorni ci poniamo, hanno tentato di dare una spiegazione i relatori alla conferenza intitolata «Entre mer et terre. Figures numériques des frontières», presso il MuCEM (Museo delle civilizzazioni dell’Europa e del Mediterraneo), tenuta il 19 maggio.

Professore presso la Sorbonne a Parigi, MiladDoueihi incomincia la relazione con la descrizione della dominazione degli Stati Uniti sulla cultura europea, sin dal trionfo della democrazia e l’abbattimento delle frontiere culturali.

Quella degli Stati Uniti è una “egemonia politica, tecnologica e finanziaria”.Esistono resistenze forti, ma oggi le frontiere sono pressoché abbattute grazie all’informatica.

Terra e mare, in un’Europa della Germania, dell’Italia e della Francia, ci fa pensare a un paese forse dimenticato, la Grecia. Doueihi spiega che tutto ha origine nell’antica Grecia e nella lotta tra Atene e Sparta. La storia dell’Europa, non dimentichiamolo, ha origine nella storia greca. “Sparta, una potenza continentale da un lato – spiega Doueihi – e Atene, rappresentante di ciò che definiamo talassocrazia”, vale a dire, uno stato fondato principalmente sul mare.

Cosa succede oggi con il web

Non è un caso forse che questa conferenza si sia tenuta a Marsiglia.

Come ricorda Doueihi, Marsiglia è il centro fondamentale di arrivo e di partenza di 160 mila cavi di fibra ottica che permettono la comunicazione internazionale.

Il web oggi ci permette di navigare in quella che Doueihi definisce una “talassocrazia moderna”, in termini di geopolitica libera. Parliamo di una visione talassocratica moderna, usando una metafora, della possibilità di navigare ovunque e in qualunque momento.

E questo lo dobbiamo alla tecnologia.

“Ciò spiegherebbe - continua Doueihi – le tensioni tra Stati Uniti e Cina,laddove sappiamo che la Cina non rispetta le regolamentazioni internazionali sul commercio marittimo, per esempio”.

E riguardo alle frontiere?

Riguardo alle frontiere, infine, i relatorisi sono trovati d'accordo sul fattoche la chiusura delle stesse, di cui si sta tanto discutendo soprattutto tra i leader populisti, non dipenda soltanto dai poteri politici contrastanti, ma anche da un bisogno dell’individuo di sentirsi protetto all’interno del suo Stato. Secondo Doueihi, la maggior parte dei cittadini europei sarebbe favorevole alla chiusura delle frontiere.