All'improvviso, le nuvole. Il regime di afa asfissiante non doveva crollare mai, aveva detto qualcuno. O così avevo sentito blaterare per le vie di Roma, gremite - ma non troppo - di turisti in questo mese di luglio. Corre, affannato, l'anno 2016. Qualcosa è cambiato: il Portogallo è campione d'Europa; la Gran Bretagna è fuori dall'Europa; in attesa dei Cinque Cerchi olimpici parliamo sotto le Cinque Stelle raggianti.

Molto, invece, è rimasto invariato. La luce violenta e irresistibile della Capitale si riflette nei cocci di bottiglia sparsi per Trastevere.

Come un rasoio, il frastuono dei concerti taglia in due l'aria torrida, dall'ippodromo in fondo all'Appia al Circo Massimo, e ancora, fino al maneggio di Villa Ada. Invisibili e muti, si aggirano i fantasmi dei cavalli, che una volta erano sinonimo di gloria, ricchezza e fortuna. La puzza non manca mai, in compenso. L'odore acre del sudore, il nauseabondo olezzo delle disinfestazioni anti-zanzare, oppure il miasma tipico delle toilette sporche nei pub più affollati. Tutto si mischia in una giornata qualunque, tutto ci contamina. Latino e heavy metal. Padel e iPad. Spalletti e Bielsa. Gabbiani e pappagalli. Sashimi e fritti di paranza. Diete e brindisi. Prove costume e prove di matrimonio. Check-in e burnout.

Paradossi che tengono banco e, apparentemente, viva la società tiberina.

Per chi non lo sapesse, ci sono due esposizioni interessanti in Centro. Banksy a Palazzo Cipolla (in via del Corso) e Domon Ken presso l'Ara Pacis. La street art inglese da una parte e il realismo nipponico dall'altra. Coloro che non si sono mossi fisicamente dalla città non hanno tante opzioni.

Sembra trascorsa un'eternità dalle Vacanze di William Wyler. Sarebbe magnifico vedere di nuovo la coppia Peck-Hepburn in Vespa, senza casco, alle prese con la ZTL. I romani sono (diventati?) stanchi: sia chi cerca lavoro in questo periodo infausto, sia chi vuole staccare. D'estate le notizie arrivano ovattate, per questo. Il sangue, intanto, scorre libero nel mondo e tinge qua e là il firmamento, da Dacca ad Andria.