hillary clinton e i Democratici americani hanno immediatamente accusato la Russia per la sottrazione delle email: eppure regna il silenzio sullo spionaggio effettuato durante l'amministrazione Obama, con la candidata democratica nel ruolo di Segretario di Stato.

Intercettazioni Nsa: cosa ne pensa la Clinton?

In molti si domandano cosa ne pensa Hillary Clinton, tanto impegnata ad accusare fantomatici Hacker russi, delle intercettazioni effettuate dalla National Security Agency in quei giorni del 2011, ai danni dell’allora premier Silvio Berlusconi, costretto di lì a poco a dimettersi a causa – si diceva – dello spread troppo alto.

Quando venne resa nota la notizia, a febbraio scorso, la Farnesina convocò l’ambasciatore degli Usa per avere chiarimenti a riguardo. Anche il presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, arrivò a definire quella verso Berlusconi «un’inaccettabile azione di spionaggio». Non solo Berlusconi: la National Security Agency americana nel 2013 avrebbe messo sotto controllo anche il cellulare della cancelliera tedesca Angela Merkel con lo scopo di ascoltare e registrare sistematicamente ogni sua conversazione. Eppure, sia nel 2011 che nel 2013 c’erano proprio Barack Obama e Hillary Clinton a guidare gli Stati Uniti.

Hillary Clinton e quel rapporto difficile con le email

Dopo la recente sparizione e divulgazione delle email del Partito Democratico, dunque, Hillary Clinton ha puntato subito il dito contro la Russia di Vladimir Putin, considerato troppo vicino allo sfidante repubblicano Donald Trump: in sostanza, nelle conversazioni lo staff della candidata democratica alle elezioni presidenziali di novembre e il Dnc, si mettevano d’accordo per mettere fuori gioco il senatore socialdemocratico Bernie Sanders.

A quanto pare, però, la candidata democratica non ha proprio un bel rapporto con le email: nel suo mandato di Segretario di Stato che ha ricoperto dal 2009 al 2013 rimase coinvolta in un altro emailgate. Nei mesi scorsi, infatti, è venuto alla luce come nel periodo in cui ha ricoperto questo incarico la Clinton non abbia utilizzato l'account federale per inviare e ricevere mail ufficiali, come d'obbligo, ma il proprio account privato. Prima di incolpare hacker russi – peraltro l’accusa è ancora tutta da dimostrare – forse la Clinton e il suo staff farebbero meglio a gestire meglio la propria casella elettronica.