"In fondo è divertente quando ti fanno il funerale e poi li smentisci. Io vivo per ricacciare in bocca le parole avventate". Queste le parole di buffon solo 24 ore dopo la vittoria della Juve in rimonta sull'Udinese. Partita viziata da una "papera" del portierone bianconero sul siluro beffardo del giovane Jankto. Errore che fa il paio con quello in maglia azzurra contro la Spagna, e che ha dato credito a chi Buffon lo dà finito da tempo. Ma Gigi è come il vino, più invecchia e più diventa buono.

Le occasioni di rivalsa nella vita non mancano mai.

Nel calcio men che meno, soprattutto se giochi ogni 3 giorni. La squadra di corso Galileo Ferraris, infatti, martedì vola a Lione, per affrontare l'Olympique nella terza partita del girone di UCL. Partita ostica, coi francesi che crescono nella ripresa, favoriti anche dall'espulsione di Lemina. Il vantaggio dei padroni di casa sembra solo questione di tempo, e di fortuna. E invece si rivela una questione di principio, per Gigi, che ritorna super e salva i suoi più volte, su Fekir prima e Tolisso poi, dopo aver parato un rigore a Lacazette nel primo tempo. La Juve segna con Cuadrado, e la pressione dalle parti della porta bianconera raggiunge apici pericolosi. La difesa è brava a coprirsi, sostenuta da un estremo difensore dato ancora una volta per finito, e ancora una volta decisivo.

La vittoria è bianconera. Clark Kent torna a vestire i panni di Superman.

La Francia per ripartire. Quella stessa Francia contro cui Buffon conquista il mondiale 2006, nel punto più alto della sua carriera a livello agonistico, ma più difficile a livello di squadra, con la sua Juve immischiata nel fango di Calciopoli. Buffon para critiche e problemi, e fa gioire un popolo intero, in quel di Berlino.

Berlino che gli fu indigesta il 6 giugno 2015, quando il Barcellona gli negò la possibilità di arricchire il suo prestigioso palmares con quella Champions, unico trofeo che gli manca. Ci andò più vicino nel 2003, arrivando a soli 11 metri di distanza dalla coppa delle grandi orecchie. In una sfida che si decise ai rigori, Buffon e la Juve vennero beffati sul finale da Shevchenko e il Milan.

Milan, prossimo avversario in campionato.

Dopo aver parato le critiche e respinto di pugno le accuse, Buffon non vuole più riporre il mantello da supereroe. Perché anche Superman ogni tanto si riposa, per poi ritornare più forte di prima. Lo stesso vale per SuperGigi. Magari per battere se stesso, e quel record di 901' di imbattibilità sancito pochi mesi fa, quando la carta di identità era già la più onesta tra gli oppositori. Buffon non vuole fermarsi, non vuole porsi limiti. Pronto a parare qualsiasi cosa capiti dalle sue parti, sia un pallone o una polemica.