Ho visto l'incontro tra Ciriaco De Mita e Matteo Renzi, ospitati su La7 da Enrico Mentana nel contenitore "Referendum: Sì o no?". La prima evidenza è che il direttore del telegiornale della rete di Urbano Cairo si diverte molto, non solo in TV, ma anche nellasua sorta di dimensione social, con addirittura pagine parodistiche che mettono in primo piano il modo di Mentana di trattare gli utenti (o webeti se preferite). Ad esempio, si può scorrere la timeline della pagina Mentana blasta la gente per rendersi conto dellapresenza su internet del nostro caro Enrico.

Tra l'altro su La7 si passa senza pudore dall'imitazione celebre di Crozza alla sincera presenza di Mentana, in uno sfumarsi di parodia e realtà che ormai fa parte anche dalla campagna referendaria. In altre parole, non è sempre chiaro quando si viene presi per i fondelli o quando si sia seri quando si parla del referendum costituzionale.

De Mita e Renzi: lo scontro

Il buon vecchio democristiano De Mita, nonostante l'età di 88 anni, si è dimostrato abbastanza in forma e avvezzo alla telecamera, al contrario dello scorso avversario di Renzi, l'ex presidente della corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky (73 anni). Il dibattito è quasi subito sfociato in uno scontro a cui siamo ormai abituati, in cui Renzi ricorda che questa riforma è stata voluta da tanti, solo che lui ci è riuscito, mentre l'ex presidente del consiglio (e tante altre cose) predicava sulla poca cura nella preparazione della riforma, fatta in fretta e scritta in modo poco comprensibile.

Anche la forma di Senato proposta dal governo viene criticata da De Mita, affermando che lui l'avrebbe tolto del tutto. A questo punto si passa al piano più personalistico delle accuse, in cui Renzi addossa al suo avversario le cause del debito pubblico italiano, nato, secondo il premier, negli anni ottanta.

Il sì, il no e le persone discutibili

La campagna referendaria del No è portata avanti da tante forze politiche di orientamento talvolta anche opposto, da comitati di varia natura, da ex parlamentari, comuni cittadini, giornali e giornalisti. Una motivazione che si adduce a favore del No è che questa riforma è proposta da personaggi della politica discutibili, come ad esempio Alfano e Verdini, che effettivamente tengono in piedi questa strana maggioranza di governo.

Tuttavia, anche il fronte del No è costituito da personaggi che hanno avuto alcune controversie. Tra questi il suddetto Ciriaco De Mita. Per farla molto breve, l'avversario televisivo odierno di oggi di Renzi proviene da Nusco, un paesino nei pressi di Avellino, e dagli anni settanta, fino agli inizi degli anni novanta, ha ricoperto tantissime cariche, fino a diventare presidente del consiglio dei ministri e segretario nazionale della democrazia cristiana. Il nome di De Mita è associato a vari scandali, tra cui l'inchiesta Mani sul Terremoto. Purtroppo, in questi giorni assistiamo inerti, di nuovo, alle conseguenze devastanti che un sisma può avere in Italia, con le scosse che hanno colpito violentemente Macerata, Camerino, Visso e altri centri marchigiani.

Comunque, De Mita venne accusato di aver fatto transitare verso la sua famiglia fondi destinati alla ricostruzione dopo il terribile terremoto che nel 1980 colpì l'Irpinia (la zona di Avellino), dove l'ex premier aveva una grande influenza. Inoltre, il nome di De Mita è associato anche a Tangentopoli, ma l'amnistia del 1990 gli fece evitare le conseguenze penali del processo.

Questo è solo un esempio di come la propaganda di questo referendum sia totalmente lontana dal merito della riforma e si concentra su personalismi, giochi politici (di entrambe le parti), riesumazione di vecchi politici e minacce di cataclismi nel caso della vittoria del sì o del no. Ciò che possiamo fare noi è informare, informarci e provare ad avere una nostra idea personale sul quesito referendario. E stavolta è davvero importante votare, anche perché non c'è il quorum, e se non andiamo a votare, saranno gli altri a decidere per noi.