Mentre in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne per non far calare il silenzio su una strage quotidiana che interessa l'universo femminile; mentre in televisione pullulano programmi in cui donne anziane vengono intervistate con spranghe in mano per difendersi da potenziali aggressori di cui spesso riescono anche a prevederne la nazionalità; a Brescia succede che un'anziana signora simuli violenza nei confronti di un uomo, quella stessa violenza che nella giornata di oggi è sulle bocche e bacheche di tutti, quello stesso uomo di cui forse si conoscerebbe la nazionalità, se non fosse la vittima.

Un donna anziana, classe ’29, simula di essere stata violentata dal vicino di casa romeno con cui aveva avuto screzi in precedenza. L’uomo, padre di due figli, è stato arrestato il mese scorso per il reato di violenza sessuale. In questi giorni, però, è arrivata una clamorosa svolta durante le indagini.

Gli inquirenti hanno scoperto che le tracce biologiche rinvenute sul lenzuolo della donna appartengono ad un altro suo vicino di casa, un 69enne con cui la presunta vittima, dopo avere consumato un rapporto sessuale, avrebbe architettato la messinscena ai danni del giovane. Il legale del romeno ha dichiarato che sta lavorando per sporgere denuncia per calunnia e simulazione di reato.

Intanto brulicano i programmi televisivi che, dietro la maschera dorata della denuncia sociale e dell'informazione a servizio dei cittadini, si mostrano - senza nemmeno troppe ritrosie - impregnati di demagogia e populismo becero.

Queste trasmissioni, mettendosi dalla "parte dei cittadini", utilizzano le parole delle persone come miccia esplosiva per alimentare - sino all'esplosione in diretta che tramortisca qualsiasi voce - anche la propria, al fine di annientare ogni possibilità di vedere il caso da un altro punto di vista. Tutto ciò non fa altro che lasciare dietro di sé solo una scia di paura, terrore e un senso di inquietudine che risulta incolmabile anche armandosi di spranghe e pale.

Giocare sulla xenofobia è sempre stato più facile, e gli autori di questi programmi evidentemente lo hanno compreso, dirottando le dirette sull'insofferenza dei paesani, sulle discussioni (a tratti censurabili) trite e ritrite, che costituiscono l’unico oggetto dei talk-show per buona parte del palinsesto settimanale.