Leonard Cohen io l'ho scoperto tardi, davvero tardi. Sarà stato qualche anno fa e sarà stato sicuramente il suo Hallelujah. Ho degli amici che mi facevano e che tuttora mi fanno ascoltare musica decente, anzi musica molto bella. E sicuramente uno di quegli amici un giorno di qualche anno fa mi ha detto "ascolta questa roba qua". E questa roba qua era Hallelujah di Leonard cohen. E lì non c'è niente o c'è tutto. Quel brano mi ha insegnato l'empatia, mi ha insegnato a far diventare gli occhi lucidi, a volte a far scendere le lacrime lungo le guance, a volte a guardare in alto per far finta che le lacrime potessero rientrare.

Però le lacrime si vedono dagli occhi, si vedono dallo sguardo, si vedono da quel punto fisso che si guarda per un po', pensando alle cose brutte che ci sono successe, cose brutte che spesso sono legate a cose belle, a persone che ci hanno fatto stare bene e che per un motivo o per un altro non ci sono più. Io sto scrivendo queste frasi riascoltando Hallelujah, senza soluzione di continuità, senza sosta. Ancora non so cosa farò. Ancora non so quando smetterò di ascoltarla.

Leonard Cohen e come riscoprirlo nelle serie TV

Sono le 5 e 33 minuti e penso che non dormirò, continuando ad ascoltare all'infinito le canzoni di Leonard Cohen. Sicuramente non sono un esperto di Leonard Cohen, ma la sua voce mi fa sentire un essere umano, un essere umano capace di emozionarsi, di avvertire qualcosa, un uomo che tira fuori la sua umanità attraverso le lacrime o attraverso la meraviglia di una voce e di alcuni accordi che sono semplicemente perfetti e lo saranno sempre.

Ci vorrebbe più tempo o un tempo infinito per piangere. Ci vorrebbe più tempo o un tempo infinito per ascoltare. Eppure Leonard Cohen è stato importante anche in una serie televisiva fondamentale degli ultimi anni. La sigla iniziale della seconda stagione di True Detective era Nevermind di Cohen. Una traccia, forse, non famosissima, ma che ha catturato la mia attenzione, un'altra canzone che è molto di più, che ti fa ragionare su te stesso.

E, forse, questa è la vera essenza di un artista. Metterci la sua essenza nelle canzoni e provocare nell'ascoltatore un atto di introspezione altrimenti raro e inusuale. Un momento che può essere improvviso, un attimo che partono le forzature del corpo, come le lacrime, un attimo che si pensa a sé stessi come non mai.

Hallelujah di Leonard Cohen e di tanti altri

Leonard Cohen è stato - purtroppo al passato - un cantautore dalle doti eccezionali, forse anche snobbato da tante parti, forse anche considerato in maniera minore, nonostante una produzione immensa sia quantitativamente sia qualitativamente. E pochi possono essere in grado di creare una cover decente di un grande artista. Tra questi sicuramente c'è Jeff Buckley, un artista dalle doti emotive immense, che ha capito come raccontare Hallelujah e ha creato una nuova opera, un nuovo canto, un nuovo racconto della nostra umanità.

Leonard Cohen aveva 82 anni. La sua morte è stata annunciata dalla casa discografica Sony Music Canada senza specificarne le cause.