Il neo-insediato governo gentiloni deve ancora acquisire la fiducia al Senato, ma su di esso già si stanno abbattendo le prime contestazioni. Se a molti italiani che hanno votato "no" al referendum è parsa una beffa vedere un Esecutivo considerato la "fotocopia" di quello dell'ex Premier Renzi, le prime valutazioni che si fanno sulla nuova squadra di governo continuano ad essere poco positive. Una delle maggiori critiche parte dalla convinzione che l'azione dei membri dell'attuale Esecutivo - nonché componenti di quello appena decaduto - tutto sia tranne che improntata alla tanto - da loro - propagandata meritocrazia.

Quattro ministri senza laurea

Se il governo Renzi si era già distinto negativamente per avere ben tre non laureati in dicasteri chiave (Renato Poletti al Ministero del Lavoro, Beatrice Lorenzin al Ministero della Salute e Andrea Orlando al Ministero della Giustizia), nel governo Gentiloni, con l'ingresso della Fedeli tra i ministri, il numero pare salire vertiginosamente a quattro. Sembra, infatti, che l'attuale ministro dell'istruzione non abbia un titolo di laurea e, qualora dovesse essere confermata quest'indiscrezione, per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana avremmo un titolare di questo Dicastero senza titolo universitario. Di certo questa non può dirsi una confortante notizia per quel 16% di italiani - compresi nella fascia tra i 24 ed i 35 anni - laureati e, purtroppo, disoccupati, senza conteggiare i sotto-occupati.

La riconferma di Maria Elena Boschi

Perplessità altrettanto forti - nutrite anche all'interno del Partito Democratico - sono emerse intorno a quella che, sostanzialmente, è una promozione al ruolo di sottosegretario di Stato per la trentacinquenne Maria Elena Boschi. Una delle maggiori promotrici della riforma costituzionale bocciata al referendum, avrà compiti primari nel nuovo governo, analoghi a quelli avuti da Giulio Andreotti nel governo De Gasperi.

Sarà lei a coordinare l'operato dei ministri; sarà lei a supervisionare la preparazione dei Cdm e dei decreti in essi approvati; sarà sempre lei l'unico "non ministro" a prendere parte al Consiglio dei Ministri.

Una nomina di tal tipo risulta, a molti, difficile da accettare, perché contraddittoria rispetto alle dichiarazioni che la predetta aveva rilasciato, circa un suo ritiro dalla Politica in caso di vittoria del "No".

Per questo motivo, la nomina della Boschi è apparsa a molti inopportuna. Le cronache hanno sempre parlato dell'ex ministra come molto vicina all'ex presidente Napolitano, uno dei più importanti promotori del referendum. Di certo non deve essere facile lasciare i patinati salotti della politica italiana ma anche europea, come quello dell'Academy Berlinese, dove nel 2015 è stato consegnato a Giorgio Napolitano il premio Henry Kissinger, con una "laudatio" tenuta da Giuliano Amato, alla presenza proprio degli allora ministri Boschi e Gentiloni.