Mai come oggi questa festa è la festa per eccellenza dei nostri tempi disgraziati, popolare e celebrata come non mai. La festa della natività, religiosa per eccellenza, nel mondo dove la religione è più attuale che mai, ma svuotata di ogni significato morale, profondo. La religione come fanatismo e fonte di odio e di morte, oppure la religione come appartenenza, pretesto per rivendicare origini cristiane e simbolo di nazionalismo e di chiusura. La religione cattolica,i suoi riti, battesimi, comunioni, matrimoni e il Natale, come vestito buono da indossare per accreditarsi socialmente come buon membro affidabile della comunità.Il Natale in famiglia degli italiani, il Natale con i parenti, con le persone che non ci sogneremmo mai di incontrare in un giorno qualsiasi, ma che incontriamo a Natale, per scontare con questa pena i nostri peccati, dove ci si riunisce una volta all'anno per vedere persone con cui si sta ogni giorno da perfetti sconosciuti, o per rivedere chi non si è visto per un anno.

Auguri e ritrovi, ma senza ipocrisia

La festa che serve a perdonare ed espiare il nostro egoismo, la nostra indifferenza con qualcuno che non sopportiamo nemmeno per un giorno all'anno ma con cui ceniamo la sera di Natale, aggiungendo anche uno strapuntino per gli amici sfortunati, qualche volta, insomma la festa dell' odio e dell'ipocrisia. il Natale della tradizione, del cenone, del pranzo, del cibo, ma di che tradizione parliamo....io ricordo da bambino un "cenone" con il brodino di cicoria e il panettone, e la tombola con i fagioli secchi, e non il salmone e caviale e le dieci o cento portate di oggi. Il Natale degli auguri, tanti auguri, a chi si incontra per strada e non si vede e si sente da anni, a chi si vede e si ignora ogni giorno sul lavoro, negli uffici o a casa nei condomini.

Tanti auguri di buon Natale, sarebbe molto più bello augurare concretamente buona vita agli altri e non soltanto buon Natale. Il Natale di questi giorni, di guerra, di odio, di indifferenza, di discorsi insulsi e vuoti in queste riunioni familiari espiatorie, di tanto cibo con cui abbuffarsi e di poco altro, un triste e misero presente, che è prodromo di un ancora più triste futuro.