Le 'truppe' PD si schierano per il prossimo congresso del partito. A cominciare dalle elezioni amministrative tenutesi nel maggio del c.a. e con la successiva tornata referendaria 2016, il popolo italiano ha mandato a casa, con un preciso messaggio alla classe politica, non solo il Governo Renzi, ma soprattutto i compagni di viaggio del PD. Una vera lezione, per una profonda riflessione. In cambio, la politica, ignorando il popolo, ha continuato, imperterrita, la sua azione, cambiando solo il nome del Presidente del Consiglio dei Ministri, nello stesso modo e con gli stessi uomini che hanno causato la protesta dei cittadini.

Insistenza per continuare la legislatura

La storia politica del nostro paese ci ricorda che, negli ultimi 70 anni, la durata media di un governo, legittimamente eletto, è poco più di un anno: non si capisce come mai l'attuale, debba durare l'intera legislatura. Il popolo aspetta questa risposta. Il Presidente Renzi, all'inizio della sua azione, mille giorni fa circa, aveva destato molte speranze nella popolazione, ed anche nel mondo politico in genere, soprattutto per le buone intenzioni manifestate, a partire dalla rottamazione, degli abusi, delle spese inutili, delle pensioni d'oro, ecc.. La stagione è durata pochi mesi e siamo passati ai bonus, riforme fatte senza coinvolgere la popolazione attraverso i propri rappresentanti e, quello che più ha spaventato è stato il fatto che Renzi abbia voluto decidere da solo con il suo Governo, sui problemi di interesse comune: vedi Riforme Costituzionali.

Intanto sono aumentati i poveri, e molti sono costretti a rinunciare alle cure per non poter far fronte al pagamento dei ticket sanitari.

Il popolo ha diritto di partecipare

I risultati per le promesse non mantenute, non si sono fatti attendere, ed ora bisognerà provvedere con urgenza a porvi rimedio, mentre i giovani continuano ad emigrare in cerca di lavoro.

Bisogna quindi restituire alla politica la sua funzione principale, che è quella di interpretare i problemi della società e di guidarne i processi. La macchina del partito ricomincia a muoversi e domani vi sarà l'assemblea nazionale dei dem. Ci auguriamo che ricominci il dialogo, e che si smetta di fare monologhi a cui Renzi ci ha abituati.

Ricucire le lacerazioni create è un dovere di tutti, visto che l'ex Premier è fermo sul bivio: a Sinistra con Bersani, Speranza, Cuperlo e tutto il partito, oppure a Destra con Alfano, Verdini ed altri, compresa Forza Italia. C'è solo da prendere la decisione, senza politichese. Una cosa è certa: il popolo guarda e riferirà alla prossima tornata elettorale.