"La neve è arrivata, ma non ce ne sarà per tutti". Queste sono le parole del fumetto della nuova dissacrante vignetta di Charlie Hebdo, che per l'ennesima volta torna a fare satira sulle vicende più dolorose dell'Italia. A fine estate ha sdegnato gli animi dei superstiti una vignetta che paragonava i morti di Amatrice a un piatto di lasagne, poi di nuovo alcune vignette satiriche sul terremoto, ora il giornale colpisce di nuovo il cuore piangente della nostra patria.

Va bene la satira, si alle molteplici letture e sfaccettature, ma c'è un limite a tutto.

Il via alle polemiche è sfociato soprattutto dalla mancanza di rispetto per l'estrema sofferenza di migliaia di persone,soprattutto perché le ricerche dei superstiti sono ancora in corso e noi Italiani stiamo col fiato sospeso in attesa di gioire ancora sapendo che hanno estratto qualcuno vivo.

La morte sugli sci

La cinica allegoria della situazione estrema del centro Italia di questi ultimi giorni, la morte che scende come una slavina travolgendo tutto, con 2 falci al posto delle racchette, è decisamente riferita alla tragedia dell'hotel Rigopiano di Farindoli, in Abruzzo. Una tragedia tuttora in corso, oggi sono stati estratti vivi altri superstiti tra cui due bambini, ma sono ancora molti i dispersi e si teme per la loro vita.

Una vignetta dunque che gioca con la morte e la disperazione della gente.

La Francia si dissocia

Come per le vignette precedenti, che hanno causato tanto sdegno e la denuncia del sindaco di Amatrice, la Francia, tramite portavoce ed ambasciata, si dissocia dalla posizione del giornale satirico. “Il loro pensiero non è il pensiero dei Francesi”, dicono i portavoce, e di questo ne siamo consapevoli, ma non possiamo tollerare uno spregio del dolore tanto palese.

Forse Charlie Hebdo non merita la nostra attenzione, ignorandoli e snobbandoli non faremo il loro gioco, quello cioè di riguadagnare la notorietà “picchiando duro”, perché la satira priva di senso, di ironia e soprattutto di rispetto non stimola alla riflessione ma fomenta solo altra rabbia. E in questo momento è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno.