Il drammatico evento di qualche settimana fa a Valverde (CT), che ha visto una ragazzina di 14 anni suicida per non aver mai accettato il divorzio dei suoi genitori, ci costringe a fare qualche ragionamento in più, e siccome Il fenomeno va ad attestarsi attorno ai 100mila divorzi l'anno, quindi investendo intere famiglie e di conseguenza minori, spesso non attrezzati a metabolizzare il trauma, occorre essere seri e lucidi.

Tanto si è scritto e legiferato per ridurre le conflittualità, per mettere al centro (giustamente) i figli, per ridurre il più possibile, l'impatto che può avere su un'intera famiglia, un cambiamento radicale come quello di un amore terminato, ma ancora troppo poco si è discusso di come ogni bimbo poi, elabora a suo modo l'evento.

Certo è che prima o poi ci si trova con i propri compagni a dover dare delle risposte, si possono evitare, si possono rimandare, ma arriva un bel giorno che quel piccolo cuoricino, con i propri mezzi e con le proprie sofferenze decide di dire come stanno le cose. Ma si sa che quando si è piccoli, il giudizio altrui conta molto, anzi è determinante nell'accrescere o nel demolire la propria autostima, solo i bambini sanno far male con giudizi e risposte taglienti come rasoi, anche se spesso, di una disarmante fondatezza.

Quel che conta è solamente la spontaneità, l'autenticità di quel che si vuol liberamente rispondere, come sempre è meglio una triste verità di una rassicurante bugia, ma il bivio è pericoloso, nel senso che sono moltissimi i genitori che non si preoccupano minimamente di rassicurare i propri figli e di indicargli la strada giusta, ed ecco quindi presentarsi nelle classi i casi di bambini "apparentemente" distratti con scarso rendimento scolastico.

Poi andando a fondo, la maestra comprende che dietro ai silenzi ed ai pensieri c'è sempre una ragione, un ostacolo, un problema che va superato ad ogni costo, perché l'imbarazzo può diventare blocco e quindi complesso d'inferiorità.

L'articolo non ha presunzione risolutiva, tantomeno quella di dare nozioni psicologiche, trattasi solo di suggerire ai divorziandi come seguire e rassicurare i propri figli, rispetto alle risposte da dare, rispetto ai riscontri di classe da sostenere, in fondo non si tratta di lutti, dove un genitore viene a mancare per sempre, ma di due genitori che continueranno ad amare il proprio figlio da due punti di vista diversi, se questo è l'approccio (intelligente e propositivo) sicuramente il proprio figlio ne saprà trarre buone conclusioni e addirittura rinforzarne gli aspetti caratteriali, perché gli imprevisti vanno sempre trasformati in opportunità, in esperienze utili, anch'esse da portar dentro e completare un bagaglio emotivo sempre bisognoso di tasselli mancanti.

Mai sottovalutare l'arguzia e l'intelligenza dei nostri piccoli, ma nemmeno sopravvalutarla, mettersi anche dal loro punto di vista può sbloccare macigni tremendi che noi nemmeno ci immaginiamo.