Ci sarebbe poco da commentare: Berdini, il tecnico, il docente universitario, lo studioso, chiamato a reggere l'assessorato più rilevante per Roma (come per ogni città che si rispetti), quello all'urbanistica. Berdini si rivela più incapace del sindaco Raggi che egli critica con affermazioni velenose. Lo svela ormai in modo inequivocabile la registrazione della conversazione, correttamente riportata dagli organi di stampa.

La strategia delle comari, cosa voleva ottenere Berdini?

Non c'è niente da fare, la politica è un campo d'azione che richiede una base di competenza in relazioni pubbliche.

Cosa fa Berdini? Pensa di essere un gran furbo e di poter utilizzare a suo piacimento i giornalisti per minare al credibilità della Raggi. E non si rende conto che un giornalista tutela una fonte attendibile, non una fonte che fa pettegolezzo. La notizia, in questo caso, non è che la Raggi e Romeo fossero amanti. Ma che Berdini sostiene che lo fossero. In questo solco, il giornalista (Mattia Feltri della Stampa), raccoglie le confidenze e le trasforma in informazione corretta indicando, come è suo dovere, la fonte. Berdini non ha le prove di quello che dice, ma lo afferma: è questa la notizia che l'incauto e pettegolo assessore non coglie. Ergo: sembrerebbe l'espressione di una comare stizzita.

Strategia? Nessuna. Berdini? Inqualificabile.

Tutta la vicenda è apparsa, fin dall'inizio, cervellotica: perché Berdini si mette a spettegolare in modo così plateale? Cosa pensa di ottenere gettando ulteriore discredito sulla Raggi che è il suo sindaco? Insomma, Berdini sembrerebbe voler dare il colpo finale al sindaco di Roma: ma qual è l'alternativa?

Una giunta retta dal vicesindaco? Le dimissioni della Raggi e conseguenti nuove elezioni? Un intervento dei vertici del M5S per un'ulteriore giro di vite sulla giunta? E lui, come neo-politico (ma bisognerebbe dire, a questo punto, neo-politicante) cosa avrebbe da guadagnarci? Forse impedire l'assenso del sindaco e della giunta al progetto per il nuovo stadio della Roma?

Berdini e il potere che fa girare la testa

Qualche settimana fa l'assessore all'urbanistica è stato ospite di Lilly Gruber a "Otto e mezzo". Incalzato dalla conduttrice e dai giornalisti, ha dato vita ad un giro di parole in "politichese" puro, senza rispondere a nulla, dando prova di una povertà di contenuti politici e programmatici inaspettata. Deludente. A costui sono state affidate le sorti del riordino urbano di Roma? In più, il suo modo di schermirsi appare intriso di ambiguità. Insomma, una pessima figura in tv. Traggo un'impressione d'inadeguatezza del personaggio. E' una costante per molti di coloro che, prelevati da un'ordinaria esistenza, si trovano di colpo al centro dell'attenzione: perdono la testa come adolescenti al primo bacio.

E cominciano a seguire la scia credendosi "primedonne". La loro identità muta e la loro coscienza assume come riferimento una pseudo-tattica per navigare in un mare tempestoso di parole e di titoli di giornali: affidarsi all'intuito giornaliero, senza una coerente idea ma con un'enorme presunzione circa le regole della comunicazione. Così, nasce la politica delle chiacchiere che sostituisce quella del fare concreto. Anche il prof. Berdini sembrerebbe essere caduto in questa trappola. A Berdini non resta che fare le valigie, ed in fretta. Quanto alla Raggi, temo che andrà sempre peggio, sia per lei che per i 5 Stelle. I romani non resteranno a lungo inerti. E scommetto che entro qualche mese il M5S assisterà alle prime proteste di piazza della sua imberbe storia. Si sta trasformando in un partito, sviluppando i consueti meccanismi di autodifesa. Mentre basterebbe ammettere che a Roma ha fatto un disastro. Mentre a Torino va benissimo. E ripartire.