Cè chi, come i tifosi del Torino, lo ricorda per una discussa sospensione di una partita contro il Padova, in un ormai lontano campionato di Serie B, e chi, come quelli della Fiorentina, non ha dimenticato un rigore solare negato a Cuadrado contro il Napoli nel 2013, trasformato in simulazione. La ancora giovane carriera arbitrale di Giampaolo Calvarese è tempestata di incidenti di percorso che però al momento non stanno incidendo sull’ascesa del fischietto teramano, chiamato dal designatore Messina a dirigere una delle partite più calde del girone di ritorno, quella tra Sassuolo e Milan.

Calvarese e un pomeriggio da incubo

Dopo le ruggini dell’andata serviva il classico arbitraggio perfetto, uno di quelli in cui ci si accorge quasi per sbaglio della presenza del direttore di gara e se ne ignora l’identità a lungo. Ovviamente non è andata così. Al Mapei Stadium è successo di tutto e si è registrata una concentrazione di errori tutti in una sola direzione. Provando ad entrare nello specifico degli episodi, le uniche decisioni corrette sono state il rigore a favore del Sassuolo e l’annullamento del gol di Bacca per fuorigioco evidente nella ripresa. Un po’ poco, anche se va detto che la sfortuna ha avuto un ruolo molto importante, almeno nell’episodio più vistoso.

A prova di sfortuna

Vedere il doppio tocco di Bacca sul calcio di rigore (penalty peraltro dubbio anche al replay) che ha deciso la partita era infatti impossibile per il direttore di gara. E non solo, visto che come si nota dalle immagini successive alla realizzazione, il primo a protestare è il portiere del Sassuolo, ovvero l’unico che, per “mestiere”, ha dovuto guardare fino all’ultimo il pallone e le gambe dell’avversario.

Consigli scatta a protestare subito dopo che il pallone s’insacca, seguito a ruota dai compagni che però, alle spalle del colombiano, devono aver avuto una visione parziale e si sono “fidati” dell’estremo difensore (in Italia poi, si sa, si protesta su tutto: caso paradigmatico quello di Perisic durante Inter-Roma, pizzicato da Tagliavento per una condotta apertamente antisportiva).

L’addizionale che era in linea con Consigli non può avere visto? Difficile dirlo, ma la posizione dell’arbitro aggiunto era laterale e pure controsole, quindi la visuale non era certo perfetta e in ogni caso nessun ufficiale di gara può mai (almeno fino a domenica scorsa…) osservare un rigore con il retropensiero di un doppio tocco.

Errore chiama errore

Si è trattato di un episodio quasi unico e molto sfortunato, ma la rabbia del Sassuolo era già consistente a causa del rigore non concesso in avvio su Berardi: il tocco di Vangioni sembra netto in diretta, meno al primo replay e poi evidentissimo nella ripresa laterale. Altro che simulazione, magari ci sarebbe stata una punizione dal limite perché dalla posizione dell’arbitro l’intervento poteva sembrare prima della linea dell’area, ma purtroppo la dinamica della caduta di Berardi ha convinto l’arbitro ad un fischio azzardato.

Manca però l’aiuto dell’assistente che era nella posizione ideale. Da quel momento il pomeriggio di Calvarese è cambiato. Perché è chiaro che un arbitro sa distinguere una protesta da un’altra e, detto che spesso ogni fischio è un rischio, certe lamentele risultano più credibili di altre. Il mix tra rigore non concesso e rigore battuto irregolarmente ha mandato in confusione Calvarese che ha perso di mano la partita tra una selva di cartellini e l’errore degli errori, il fallo di Paletta su Politano derubricato come intervento regolare. Qui nessun dubbio neppure in diretta e non serviva alcun aiuto esterno. Rimane questo l’errore più grave e inspiegabile di Calvarese: che sicuramente non condizionerà la classifica del Sassuolo, probabilmente non sarà decisivo per quella del Milan, ma che rischia di contare parecchio nel prosieguo della carriera dell’arbitro. Con tanti saluti ai dietrologi.